… la sensibilità dei sensi rinvia a quella sensibilità primaria che siamo noi. Siamo acqua, terra, luce e aria contratte, lo siamo già, e non soltanto prima di riconoscerle o di rappresentarle, ma addirittura prima di sentirle. Ogni organismo, nei suoi elementi ricettivi e percettivi, e anche nelle sue viscere, è una somma di contrazioni,… Continua a leggere Deleuze – Noi siamo contemplazioni
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Lucrezio – È cosa dolce
È cosa dolce, mentre sul vasto mare i venti infuriano sulle acque, dalla riva guardare la grande pena che l'altro sì dà – per tenersi a galla; non perché il tormento altrui sia un gioioso piacere, ma perché è dolce vedere da quali mali sei tu immune. E dolce è anche vedere truppe schierate in… Continua a leggere Lucrezio – È cosa dolce
Freud – Le guardie del corpo della vita e della morte
Ma che tipo di connessione esiste fra la pulsionalità e la coazione a ripetere? A questo punto ci si impone l'ipotesi di esserci messi sulle tracce di una proprietà universale delle pulsioni, e forse della vita organica in generale, proprietà che finora non era stata chiaramente riconosciuta o, almeno, non era stata rilevata esplicitamente. Una… Continua a leggere Freud – Le guardie del corpo della vita e della morte
Deleuze – Kierkegaard, Nietzsche e la ripetizione
Una forza comune lega Kierkegaard e Nietzsche, e bisognerebbe aggiungervi Péguy per formare il trittico del pastore, dell'anticristo e del cattolico. Ognuno dei tre ha fatto, a modo suo, della ripetizione non soltanto una potenza propria del linguaggio e del pensiero, un pathos e una patologia superiore, ma la categoria fondamentale della filosofia dell'avvenire. A… Continua a leggere Deleuze – Kierkegaard, Nietzsche e la ripetizione
Hamann – Se la nostra poesia non ce la fa
… [ah!] il miracolo di quel silenzio infinito che rende dio simile al nulla, al punto di doverne negare in coscienza l'esistenza – o ridursi a un giumento, ma che nel contempo è di tale infinita forza da riempire tutto in tutti, sì che non ci si può sottrarre alla sua penetrazione estremamente intima. Se… Continua a leggere Hamann – Se la nostra poesia non ce la fa
Nelle braccia della Seduttrice
La fanciulla che il viandante incontra sulla via che porta all'altro mondo, è nota al Racconto con svariati nomi: Nausica, Calipso, Siduri, Inanna, Credè, Daênâ, Rán e perfino santa Gertrude. La sua «casa» è ubicata ora all'«ombelico del mondo», ora invece «sulla riva del mare» (in entrambi i casi: dalle parti dello Scorpione celeste; qualcuno… Continua a leggere Nelle braccia della Seduttrice
E molte altre cose da dire di Venere
… e molte altre cose ci sarebbero da dire, sul conto di Venere. Andrebbero contate una per una tutte le parole che di Lei raccontano, e tutte le favole, mistiche e non, che narrano di Colei che fu la prima luce, la prima epifania della Luce, la prima impressione che si stampò sugli occhi di… Continua a leggere E molte altre cose da dire di Venere
Sulle tracce di Venere
È da sempre che siamo sulle tracce di Venere, ma è solo da poco che ce ne siamo accorti. Pensavamo di essere alla ricerca del «mondo delle idee» e neanche sospettavamo che Platone avesse mal inteso certe informazioni apprese sul suolo italico. Eravamo dibattuti – a proposito del nostro inizio «umano» – se immaginarlo figlio… Continua a leggere Sulle tracce di Venere
Aiguesmortes – Esercizio di crittografia
Eraclito dice: φύσις κρύπτεσθαι φιλεί (fr. 123). La natura ama nascondersi. La natura «ama» (φιλεί) giocare a nascondino. Il suo «gioco» preferito, quello che più le è congenito, quello per cui ha più feeling (φιλεί), è pazziare «a moscacieca» con chi cerca di svelarne i segreti. La natura ama criptarsi (κρύπτεσθαι). La natura «parla» un… Continua a leggere Aiguesmortes – Esercizio di crittografia