Kerényi – Ninfe e Satiri

Tra i grandi dèi solo Ermes era figlio d'una Ninfa; con ciò si esprimeva indubbiamente una sua stretta e costante relazione con quelle dee che si chiamavano Ninfe. Tale relazione era certamente anche una ragione per cui quella grande dea, di cui un nome era Maia, aveva dovuto, quale madre di Ermes, abdicare alla sua… Continua a leggere Kerényi – Ninfe e Satiri

Dadhyañc, il due volte decapitato

Dadhyac o Dadhyañc o Dadhica, ovvero «Colui che possiede (oppure che sparge) il latte inacidito», secondo la tradizione vedica (cfr. Rig Veda, 1: 80. 16), era figlio di Atharvan, mitico «sacerdote del fuoco» dei tempi ancestrali. Era dunque votato, sin dal nascita, alle pratiche del Sacrificio e divenne, stando al Racconto, il «maestro di cerimonia»… Continua a leggere Dadhyañc, il due volte decapitato

Santillana – Arpe e lire d’una volta

Per la prima arpa irlandese (cruit) Eugene O'Curry riferisce questo racconto: C'era una volta una coppia […] e la moglie concepì odio contro il marito e lo fuggiva per boschi e lande deserte; e lui continuava a inseguirla sempre. E un giorno, venendo la donna sulla riva del mare a Camas […] trovò lo scheletro… Continua a leggere Santillana – Arpe e lire d’una volta

Invocazione ad Apollo

O buono Apollo, all'ultimo lavoro fammi del tuo valor sì fatto vaso come dimandi a dar l'amato alloro. Infino a qui l'un giogo di Parnaso assai mi fu; ma or con amendue m'è uopo intrar nell'aringo rimaso. Entra nel petto mio, e spira tue sì come quando Marsia traesti dalla vagina delle membra sue (Dante,… Continua a leggere Invocazione ad Apollo

Brosse – Marsia, il flautista scorticato da Apollo

Nel corteo di Cibele errante, in lutto per la morte del figlio amante, figurava Marsia, l'amico della dea che suonando il flauto tentava di distrarla dal suo dolore. Era, dicono, un satiro o un sileno della Frigia e gli abitanti di Celene gli attribuivano la composizione dell'«aria della madre» che veniva suonata sul flauto in… Continua a leggere Brosse – Marsia, il flautista scorticato da Apollo

Aiguesmortes – Oltre l’addio

… forse non c'è che una timidezza, una sola pietra d'angolo – minima e insignificante – a tenere in piedi la baracca di cotanto narcisismo. Pardon. La faccio lunga, sempre troppo lunga. Troppi preamboli, e giri di parole. Veniamo al dunque! Non voglio perderti più – disse Narciso alla sua Immagine. Non posso perderti più… Continua a leggere Aiguesmortes – Oltre l’addio

Aiguesmortes – Stracci di placenta

Gli uomini tuttora non sanno dell'esistenza delle donne. Ancora non l'hanno scoperta, l'America! Quaggiù, se pure le donne le abbiamo «ottenute» e perfino «possedute», non per questo possiamo però dire di sapere qualcosa di loro. Sappiamo solo quel «tanto» (tanto assai!) che abbiamo inciso sul Corpo delle loro Ombre, una volta che ci è piovuto… Continua a leggere Aiguesmortes – Stracci di placenta

Graves – Bran, il Corvo e l’Ontano

Il nome di Bran vuol dire «corvo», ma anche «ontano» (in irlandese fearn, dove la f si pronuncia v – in poesia gwern). Sappiamo di un Fearn, terzo dei quattro figli di Partholan, leggendario re d'Irlanda nell'Età del bronzo, e di un Gwern, giovane re d'Irlanda, figlio della sorella di Bran, Branwen, ovvero «corvo bianco».… Continua a leggere Graves – Bran, il Corvo e l’Ontano

Come la farfalla al bruco

Come la farfalla al bruco, così la Voce «succede» al Corpo che la Fame si è dato: succede che lo rovescia come un guanto e, insieme, ne rovescia la prospettiva «in modo estrinseco» (ad extra). La Voce suona «fuori» del Corpo – e là fuori «fa le veci» (ma spesso anche le «feci») del Corpo.… Continua a leggere Come la farfalla al bruco