È un fatto che è stato Plauto a introdurre Sosia – i miti greci non sono egoici. Ma gli io esistono, e se c'è un posto dove gli io hanno del tutto naturalmente la parola, questa è la commedia. È un poeta comico – che non vuol dire divertente, spero che alcuni di voi abbiano… Continua a leggere Lacan – Io che ti butto fuori
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Derrida – Thot, il dio sostituto
Di un «segreto» che è ben sigillato, si dice che è «ermetico»: a metterlo sotto chiave, si dice che è stato Ermes in persona – ma non l'Ermes propriamente greco, che in fondo è solo un dio-messaggero, bensì quello egizio: Thot (Platone lo trascrive Theuth), ovvero il dio della scrittura, l'inventore dei geroglifici, il cantore… Continua a leggere Derrida – Thot, il dio sostituto
Borges – Venticinque agosto 1983
Sull'orologio della stazioncina vidi che erano le undici di sera passate. Tornai in albergo a piedi. Sentii, come altre volte, la rassegnazione e il sollievo che ci infondono i luoghi meno noti. L'ampio portone era aperto; la villa, al buio. Entrai nell'atrio, dove specchi pallidi replicavano le piante della sala. Stranamente il padrone non mi… Continua a leggere Borges – Venticinque agosto 1983
Rohde – La psiche nella concezione omerica
Ma che segue? Che accade, quando la vita fugge per sempre dal corpo esanime? È strano che qualcuno abbia potuto affermare recentemente che, in qualche stadio della poesia omerica, apparirebbe la credenza che la morte ponga fine a tutto e che nulla le sopravvivrebbe. Nessuna affermazione nei due poemi omerici (anche nelle parti che si… Continua a leggere Rohde – La psiche nella concezione omerica
Artaud – Lo scisma d’Irshu
Fabre d'Olivet, nella Historie philosophique du genre humain, parla lungamente di una primitiva separazione d'essenze, che bisogna intendere insieme sul piano divino e sul piano umano – la seconda azione [quella umana] non essendo che il riflesso e, per così dire, il contraccolpo storico dell'altra: l'azione celeste che, all'origine di tutto, non mette in gioco… Continua a leggere Artaud – Lo scisma d’Irshu
Narciso è il terminus ad quem di un viaggio
Due serie, dice Deleuze – due serie, complementari e distinte, di oggetti (di desiderio) reali e virtuali... il desiderio preleva un brandello di oggetto reale e ne fa un suo proprio oggetto virtuale... Alice preleva di qua dallo specchio un pezzo degli scacchi, per farne la Regina Rossa che regna nell'altro mondo, nel mondo che… Continua a leggere Narciso è il terminus ad quem di un viaggio
Deleuze – L’oggetto parziale
Il «fondamento» esistenziale – la pietra d'angolo della nostra costituzione «umana», lo dice espressamente il Mito antico e lo ripete modernamente il filosofo Deleuze, cade dall'alto, piove «provvidenziale» da quell'enigmatico «lassù» contemplativo, in cui Platone non avrebbe esitato a riconoscere il suo «Mondo delle Idee». Cade dai cieli di Madonna Intelligenza, dai cieli cioè di… Continua a leggere Deleuze – L’oggetto parziale
Puech – Il viaggio del Figlio del Re dei Re
Nulla è più straordinario e più significativo dell'episodio che segna l'epilogo di cui è protagonista l'eroe del «Canto della Perla» o «dell'Anima»: il Figlio del Re, o dei Re, lo Spirituale o il Salvatore, disceso in Egitto, ossia in questo mondo inferiore che gli è «straniero», per conquistarvi la propria anima, o una porzione della… Continua a leggere Puech – Il viaggio del Figlio del Re dei Re
Le mille e una notte – L’incontro dei due Sindbad
Al tempo del califfo Principe dei credenti Harûn ar-Rashîd, viveva nella città di Baghdad un uomo a nome Sindbad il Facchino, di condizione povera, che trasportava, per mercede, carichi sulla testa. Un giorno di gran calura, mentre trasportava un pesante carico e si sentiva assai stanco, sudato e spossato dal caldo, si trovò a passare… Continua a leggere Le mille e una notte – L’incontro dei due Sindbad
Le mille e una notte – Il cieco e il paralitico
Un cieco e un paralitico furono presi e fatti entrare in un giardino da un tale che ne era il proprietario; costui ordinò loro di non rovinare nulla e di non fare quanto potesse arrecare danno. Allorché però i frutti del giardino furono maturi, lo storpio disse al cieco: «Caspita! Vedo certi frutti che davvero… Continua a leggere Le mille e una notte – Il cieco e il paralitico