Ogni simbolo è un insieme ritmico che comprende i ritmi comuni ed essenziali di una serie di fenomeni, i quali rimangono sparsi su piani differenti grazie ai loro ritmi secondari... (Schneider, Gli animali simbolici) Una «sequenza» (a b c S), dice Schneider, «è apparentata» a un'altra (d e f S) dall'elemento S che hanno in… Continua a leggere In quanto al nostro eretico erotismo
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Freud dice una santa cosa
Scusa, ma se a Inanna strapparono tutte le vesti quando scese all'inferno, perché i demoni dovrebbero fare uno sconto a Rousseau? – dico Rousseau, solo perché è l'ultimo «anacoreta» che ci è capitato sotto mano. L'ultimo di una lista di Solitari, Eremiti, e dunque Narcisi – che «si disgiungono» dalla Gente, dal conformismo della Chiacchiera,… Continua a leggere Freud dice una santa cosa
La biblioteca di don Chisciotte
Uno dei rimedi che per il momento il barbiere e il curato proposero per il male del nostro amico, fu di murargli e di chiudergli la stanza dove teneva i libri, di modo che, alzandosi, non li trovasse più (così eliminando la causa avrebbe potuto cessare l'effetto); e gli dovevano dire che un incantatore s'era… Continua a leggere La biblioteca di don Chisciotte
Aiguesmortes – Eravamo ancora là
Qual è il Legno, e qual è l'Albero, con cui foggiarono il Cielo e la Terra? (Rig Veda, 10: 31.7; 10: 81.4) Se era o non era un racconto celato di sapienza, questo non si sa. L'unico dato certo è che nel fuggifuggi generale i burattini se la squagliarono. Avevano intuito, o qualcuno gliel'aveva suggerito:… Continua a leggere Aiguesmortes – Eravamo ancora là
Non sono nato innocente, io
… l'immaginazione al potere! – era un vecchio slogan del '68. Un vecchio, perché bisogna dirlo: era già vecchio allora, era una sorta di saggio redivivo Matusalemme quello che, con tutto il fiato che gli restava nei polmoni affumicati da una millenaria disperazione, uscì in strada a gridare: potere, potere, potere all'immaginazione! Ah, se avesse… Continua a leggere Non sono nato innocente, io
Paroline magiche e formichine
È possibile trovarsi nelle circostanze (nell'Umwelt) di una «cosa», prima ancora di sapere come si chiama. È possibile avere a che fare con la «cosa» senza parlarla, senza saperla o volerla nominare, magari senza avere di che nominarla, senza avere nessun nome per significarla. È possibile «usare» la cosa, prendersene cura senza nemmeno sapere di… Continua a leggere Paroline magiche e formichine
Lacan – L’appello nel campo della parola
Ritorno al caso descritto da Melanie Klein. Il bambino è lì. Dispone di un certo numero di registri significativi. Melanie Klein – qui la possiamo seguire – sottolinea l'estrema ristrettezza di uno di loro: il campo immaginario. Normalmente, per le possibilità del gioco di trasposizione immaginaria, si può attuare la valorizzazione progressiva degli oggetti sul… Continua a leggere Lacan – L’appello nel campo della parola
Moby Dick ha scelto il mare
Cosa c'è che non va nel piccolo Dick? Non risponde che assai di rado e in modo vago ai richiami della dottoressa. È questo che non va: rimane indifferente agli stimoli, non mostra «il minimo interesse» per i giocattoli che lei gli mette davanti. Dick ha difficoltà a entrare nella Realtà Umana. Dick prende il… Continua a leggere Moby Dick ha scelto il mare
Lacan – L’ansia e l’accesso al simbolico
Gli appioppa il simbolismo con estrema violenza, Melanie Klein, al piccolo Dick! Comincia subito a scaraventargli addosso le interpretazioni maggiori, in una verbalizzazione brutale del mito edipico quasi altrettanto rivoltante per noi quanto per qualunque altro lettore: Tu sei il piccolo treno, tu vuoi fottere tua madre. Questo modo di fare offre evidentemente il pretesto… Continua a leggere Lacan – L’ansia e l’accesso al simbolico