Un cieco e un paralitico furono presi e fatti entrare in un giardino da un tale che ne era il proprietario; costui ordinò loro di non rovinare nulla e di non fare quanto potesse arrecare danno. Allorché però i frutti del giardino furono maturi, lo storpio disse al cieco: «Caspita! Vedo certi frutti che davvero… Continua a leggere Le mille e una notte – Il cieco e il paralitico
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Pu Sung-Ling – Esame per il posto di angelo guardiano
Il nonno del marito di mia sorella maggiore, che si chiamava Sung Tao, era un diplomato di primo grado. Un giorno che giaceva a letto indisposto, giunse un messaggero ufficiale, che brandiva in una mano la solita notifica e con l'altra conduceva alla briglia un cavallo dalla fronte bianca, a convocarlo all'esame per il passaggio… Continua a leggere Pu Sung-Ling – Esame per il posto di angelo guardiano
Galles – Il racconto di Kynon
L'imperatore Artù si trovava a Caer Llion sull'Usk. Un giorno era seduto nella propria camera in compagnia di Owein figlio di Uryen, di Kynon figlio di Clydno e di Kei figlio di Kynyr. Gwenhwyar [Ginevra] e le sue damigelle cucivano presso la finestra. Si diceva che alla corte di Artù vi fosse un guardiano della… Continua a leggere Galles – Il racconto di Kynon
Se tu a me Argo sarai
… se tu a me Argo sarai insieme Cane Stella e Nave tra i cento occhi della Notte mi troverai … (Antologia di Stobeo, fr. 143C) Chiedo scusa, ma Coomaraswamy è un po' troppo sbrigativo: che i «molti occhi» siano sette, cento o mille, per lui non fa differenza. E così, senza accorgersene, finisce per… Continua a leggere Se tu a me Argo sarai
Le donne cadono dalle nuvole
Le donne cadono dalle nuvole. Così si racconta in Sudamerica: le donne vengono al mondo da lassù, dall'alto dei cieli. Vengono perché sono golose della selvaggina catturata quaggiù dai maschi. Le donne vengono, scendono, si abbassano fino agli uomini, perché sono Ladre. Perché provano gusto a rubare la preda ai predatori, approfittando della loro «ignoranza».… Continua a leggere Le donne cadono dalle nuvole
Epopea di Gilgameš (04) – La foresta dei cedri
Gilgameš a Enkidu rivolse la parola: «Amico mio, perché piangi? Dimmi: perché il tuo cuore è affranto?». Enkidu aprì la bocca e così rispose: «Amico mio, un senso di oppressione mi stringe il cuore, le mie braccia sono deboli e la mia forza è svanita». Gilgameš allora provò a consolarlo e disse: «Nella foresta abita… Continua a leggere Epopea di Gilgameš (04) – La foresta dei cedri
Aiguesmortes – Eravamo ancora là
Qual è il Legno, e qual è l'Albero, con cui foggiarono il Cielo e la Terra? (Rig Veda, 10: 31.7; 10: 81.4) Se era o non era un racconto celato di sapienza, questo non si sa. L'unico dato certo è che nel fuggifuggi generale i burattini se la squagliarono. Avevano intuito, o qualcuno gliel'aveva suggerito:… Continua a leggere Aiguesmortes – Eravamo ancora là
Di un dio fallito e del suo comico erede
È sconcertante: tornano tutti da un fallimento. Gli Eroi, sì, i Grandi di cui il Racconto racconta le gesta, tornano tutti che si sono fatti la bua. Sono andati in capo al mondo, e non hanno trovato quello che cercavano. Orfeo non ha riavuto indietro la sua Amata, Gilgameš non ha conquistato il segreto degli… Continua a leggere Di un dio fallito e del suo comico erede
La pazzia che deve essere ancora dormita
Amleto parla parole umane, ma non facciamoci trarre in inganno. Amleto è un dio – sia pure caduto in disgrazia. Un dio tenuto in ostaggio della sua divina incontinenza, un dio vincolato a essere «senza fine», un dio che non finisce mai di essere dio. Un dio incatenato alla sua (presumo) «retta via». Un dio… Continua a leggere La pazzia che deve essere ancora dormita
Sumeri – Inanna nel Paese dei morti
Dal Gran Superno lei volse l'orecchio al Grande Infero. La dea volse l'orecchio al Grande Infero. La mia Signora lasciò cielo e terra per scendere nell'abisso. Lasciò il suo tempio per discendere nel Paese dei morti. Raccolse tutti i suoi me, li prese in mano, si cinse il capo con la corona della steppa, si… Continua a leggere Sumeri – Inanna nel Paese dei morti