C'è la parola, e c'è la sua eco.C'è la parola viva, la parola che fugge via nel suo divenire, la parola leggera – e c'è la parola che le fa eco, la parola che ritorna, la parola pesante, la parola che rimane quando la «cosa» di cui parla si è estinta. C'è la parola di… Continua a leggere Blanchot – Un respiro a nulla
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Blanchot – Rilke e lo spazio interiore del mondo
Intimo, di solito, sta per profondo – e, viceversa, superficiale è, nel parlare volgare, sinonimo di approssimativo, epidermico, senza spessore. Profonde e invisibili sono le radici, le cause, i moventi. Visibili e appariscenti sono invece le foglie al vento, i casi ballerini, gli abbagli contingenti. Essere e apparire, Platone ci ha insegnato a distinguerli. Ma… Continua a leggere Blanchot – Rilke e lo spazio interiore del mondo
Heidegger – Rilke, la creatura e l’aperto
È soprattutto nell'Ottava Elegia che Rilke parla dell'«aperto». Una spiegazione dettagliata di questa elegia non è qui prevista e nemmeno necessaria. Necessario rimane soltanto il chiaro riferimento al fatto che la parola di Rilke circa l'«aperto» si differenzia in tutti i sensi da ciò che è da pensare in merito all'«aperto» nel suo nesso essenziale… Continua a leggere Heidegger – Rilke, la creatura e l’aperto
Sioux Brule – La leggenda del flauto
Immagino che conoscete i nostri flauti. Avete udito il loro suono e visto con quale arte sono fabbricati. Di essi ce n'è uno, il siyotanka, che è buono per un solo genere di musica: la musica d'amore. Ai vecchi tempi, i nostri uomini si sedevano appartati, non di rado nascosti, non visti, appoggiati a un… Continua a leggere Sioux Brule – La leggenda del flauto
Mundurucu – Origine dei soli d’estate e d’inverno
Un Indio chiamato Karuetaruyben era così brutto che la moglie respingeva i suoi approcci e lo tradiva. Un giorno, dopo una pesca collettiva al veleno, era rimasto da solo in riva all'acqua per riflettere tristemente sulla sua sorte, quand'ecco sopraggiungere il Sole e la sua sposa, la Luna. Erano molto pelosi, la loro voce somigliava… Continua a leggere Mundurucu – Origine dei soli d’estate e d’inverno
Hölderlin – I cantori di Dioniso
Così invano nascondiamo il cuore in petto, invano freniamo il nostro coraggio, maestri e giovani – chi può impedirci, chi vietarci la gioia? Un fuoco divino ci trascina, giorno e notte, ad aprirci una via. Su, vieni! Guardiamo nello spazio aperto, cerchiamo ciò che è nostro, benché remoto! Questo è certo: a mezzogiorno e fino… Continua a leggere Hölderlin – I cantori di Dioniso
Ceccardo il Vecchio – La Voce della Specie
anche la Fama è una dea (Esiodo, Le opere e i giorni, 764) Ricominciamo da qui. Da questa minima «teologia» di tremila anni fa. E per «rinforzo», aggiungiamoci pure Virgilio: … veloce corre la Fama, la Fama, di cui altro male più veloce non c'è: correndo prende vigore, il cammino la rafforza; dapprima piccola e… Continua a leggere Ceccardo il Vecchio – La Voce della Specie
Rilke – Ottava Elegia
Con tutti gli occhi la creatura vede l'aperto. Gli occhi nostri soltanto son come rivoltati e tesi a lei intorno: trappole al suo libero cammino. Ciò che è fuori, puro, solo dal volto animale lo sappiamo; perché già tenero il bimbo lo volgiamo indietro, che veda ciò che ha forma, e non l'aperto che nel… Continua a leggere Rilke – Ottava Elegia
La dialettica dei buchi
… oggi è un giorno buono per navigare. Un soffio e via, dall'Africa approderemo in Sudamerica, e dal Sudamerica rimbalzeremo di nuovo in Africa … finché il «buco» di questo andirivieni non sarà otturato. Solo allora potremo trattenere un «ricordo» di tutto questo ambaradan. Africa: Joruba – L'antilope Galla Oruko (il caprone), Erri (l'elefante) ed… Continua a leggere La dialettica dei buchi
Una divina diavoleria
Partiamo dalla fine. Dalle parole (sante? diaboliche?) che Viviana «rinfaccia» al vecchio Mago: Cosa!? non dovete forse essere mio, quando io sono vostra e ho lasciato per voi padre e madre? Viviana ha «lasciato» il padre e la madre per Merlino. Come Arianna, come Medea, come Isotta – per dire le prime che mi vengono… Continua a leggere Una divina diavoleria