C'è la parola, e c'è la sua eco.C'è la parola viva, la parola che fugge via nel suo divenire, la parola leggera – e c'è la parola che le fa eco, la parola che ritorna, la parola pesante, la parola che rimane quando la «cosa» di cui parla si è estinta. C'è la parola di… Continua a leggere Blanchot – Un respiro a nulla
Categoria: BLANCHOT
Blanchot – Lo sguardo di Orfeo
Quando Orfeo discende verso Euridice, la sua arte ha la potenza di aprirgli le porte della notte. Per la forza dell'arte, la notte l'accoglie diventando l'intimità accogliente, l'intesa e l'accordo della «prima notte». Ma Orfeo è disceso verso Euridice, disceso verso Colei che, per lui, è l'estremo orizzonte che l'arte possa raggiungere; costituisce, sotto un… Continua a leggere Blanchot – Lo sguardo di Orfeo
Rilke – Ma tu, divino
Ma tu, divino, la cui voce fino all'ultimo risuonò, quando il branco t'assalì delle Menadi sdegnate, con ordine, tu più bello, il loro strido copristi e sulle distruttrici si levò il tuo canto costruttore. Nessuna seppe distruggerti testa e lira. Ma deliranti esse lottarono, e ogni pietra acuminata che scagliarono contro il tuo cuore si… Continua a leggere Rilke – Ma tu, divino
Blanchot – Rilke e lo spazio interiore del mondo
Intimo, di solito, sta per profondo – e, viceversa, superficiale è, nel parlare volgare, sinonimo di approssimativo, epidermico, senza spessore. Profonde e invisibili sono le radici, le cause, i moventi. Visibili e appariscenti sono invece le foglie al vento, i casi ballerini, gli abbagli contingenti. Essere e apparire, Platone ci ha insegnato a distinguerli. Ma… Continua a leggere Blanchot – Rilke e lo spazio interiore del mondo
Blanchot – Kafka e la morte contenta
… posso scrivere solo se la morte scrive in me, solo se fa di me il punto vuoto dove s'afferma l'impersonale. Kafka, in una nota del suo Diario, fa un'osservazione che può far riflettere: «Ritornando a casa, ho detto a Max che quando sarò sul mio letto di morte, purché le sofferenze non siano troppo… Continua a leggere Blanchot – Kafka e la morte contenta
Blanchot – La follia del giorno
Io non sono né saggio né ignorante. Ho provato gioie. È troppo poco dire: sono vivo, e questa vita mi dà il più grande piacere. La morte, allora? Quando morirò (forse tra poco), conoscerò un piacere immenso. Non parlo del pregustare la morte che è insulso e spesso sgradevole. Il soffrire abbrutisce. La grande verità… Continua a leggere Blanchot – La follia del giorno