Quando la neve cade alla finestra, a lungo risuona la campana della sera. Per molti la tavola è pronta e la casa tutta è in ordine. Alcuni nel loro errare giungono alla porta per oscuri sentieri. Aureo fiorisce l'albero delle grazie dalla fresca linfa della terra. Silenzioso entra il viandante, il dolore ha pietrificato la… Continua a leggere Trakl – Una sera d’inverno
Categoria: SKIZZO
Hölderlin – A Eduardo
O astri immortali, vecchi amici di lassù, o Eroi, a voi lo chiedo, dite: perché gli sono tanto soggiogato? e perché il possente mi dice suo? Poco io posso offrire e poco perdere. Ma una felicità mi fu lasciata, memoria di più ricchi giorni, amata e sola, la poesia, e questa sola tutto oserebbe se… Continua a leggere Hölderlin – A Eduardo
Rilke – Ma tu, divino
Ma tu, divino, la cui voce fino all'ultimo risuonò, quando il branco t'assalì delle Menadi sdegnate, con ordine, tu più bello, il loro strido copristi e sulle distruttrici si levò il tuo canto costruttore. Nessuna seppe distruggerti testa e lira. Ma deliranti esse lottarono, e ogni pietra acuminata che scagliarono contro il tuo cuore si… Continua a leggere Rilke – Ma tu, divino
Rimbaud – L’ultimo crac
Un tempo, se ricordo bene, la mia vita era un festino in cui tutti i cuori si aprivano, in cui tutti i vini scorrevano. Una sera, ho preso sulle ginocchia la Bellezza. – E l'ho trovata amara. – E l'ho ingiuriata. Mi sono armato contro la giustizia. Sono fuggito. O streghe, o miseria, o odio,… Continua a leggere Rimbaud – L’ultimo crac
Dylan Thomas – Quando i miei cinque e contadini sensi vedranno
Quando i miei cinque e contadini sensi vedranno, le dita scorderanno il verde dei pollici e con l'occhio vegetale della luna dell'unghia noteranno che amore, pula di giovani stelle e manciata di zodiaco, è sbucciato nel gelo e messo via per l'inverno; i mormoranti orecchi lo vedranno, amore a suon di tamburo condotto per brezza… Continua a leggere Dylan Thomas – Quando i miei cinque e contadini sensi vedranno
Le altre novantanove pecore erano gli strilli
Le altre novantanove pecore erano gli strilli d'un bambino che nella folla s'era perso e non trovava più la mamma. Dovrei vergognarmi delle mie novantanove fantasie e alla gogna in ginocchio dovrei chiedere perdono alla sola pecorella smarrita che fu la mia bocca quando tardivamente illusa incontro alla tua corse a scoprire un sapore di… Continua a leggere Le altre novantanove pecore erano gli strilli
C’iarama magnà
… sarà, scusate … sarà quel che sarà, ma io devo girare sull'asse della mia trottola, ché … se fermo la pazziella, impazzisco. È più forte di me, è il mio vizio incorreggibile. Non mi rassegno a darla vinta al Lupo – questa è la mia demenza, questa è tutta la mia «umanità». Scusate se… Continua a leggere C’iarama magnà
Alberti – Paradiso perduto
Lungo il corso dei secoli, per il nulla del mondo, io che insonne ti cerco. Dietro di me, impercettibile, senza sfiorarmi gli omeri, il mio angelo morto, in vedetta. Dove sta il Paradiso, ombra che ci sei stata? Mi risponde il silenzio. Città senza risposta fiumi senza parole, vette senza echi, oceani muti. Non sanno,… Continua a leggere Alberti – Paradiso perduto
Jabès – Uno spazio per l’addio
L'ho già scritto questo libro. Una decina di volte, perlomeno. Ma non mi ricordo mai il finale... e devo, ogni volta, riscriverlo... (Aroiris, scriba di Tutmosis IV) *** Un campo di tenerezza disseminato di addii. «Vie libere. Via reale. E queste parole decise che le tracciano dove esse più non sono. Segui quelle vie. Segui… Continua a leggere Jabès – Uno spazio per l’addio
Zhuang-zi – Il guscio della tartaruga sacra
Una notte, il principe dei Song vide in sogno un uomo dai capelli sciolti, che guardava da una porta laterale e gli diceva: «Vengo dall'abisso di Zai-lu. Il genio del Fiume Puro mi ha mandato verso quello del Fiume Giallo. Per strada sono stato preso dal pescatore Yu Jie». Al suo risveglio, il principe Yuan… Continua a leggere Zhuang-zi – Il guscio della tartaruga sacra