Ma tu, divino, la cui voce fino all'ultimo risuonò, quando il branco t'assalì delle Menadi sdegnate, con ordine, tu più bello, il loro strido copristi e sulle distruttrici si levò il tuo canto costruttore. Nessuna seppe distruggerti testa e lira. Ma deliranti esse lottarono, e ogni pietra acuminata che scagliarono contro il tuo cuore si… Continua a leggere Rilke – Ma tu, divino
Autore: lartedeipazzi
Foucault – La parola degli esclusi
La pazzia non esiste più, questo è il paradosso di Foucault – la pazzia non ha più cittadinanza che nel delirio artistico, e il grido, di gioia come di dolore, il grido selvaggio, non trova più asilo che nel linguaggio di certi strambi poeti, o di asceti insofferenti del loro proprio silenzio. No, grazie a… Continua a leggere Foucault – La parola degli esclusi
Nietzsche – L’uomo pazzo
Non avete mai sentito parlare di quell'uomo pazzo che, in pieno mezzogiorno, accese una lanterna, corse al mercato e incominciò a gridare senza sosta: «Sto cercando Dio! Sto cercando Dio!»? E poiché, tra la gente che era radunata colà, ve n'erano parecchi che non credevano in Dio, il pazzo suscitò grande ilarità. «Si è forse… Continua a leggere Nietzsche – L’uomo pazzo
A furia di leggere il Tedesco e il Francese
Non ci si domanderà mai quel che un libro vuole dire, significato o significante, non si cercherà niente da capire in un libro, ci si domanderà con che cosa funziona, in connessione a che cosa fa o non fa passare le intensità, in quali molteplicità introduce e come metamorfizza la propria, verso quali Corpi senza… Continua a leggere A furia di leggere il Tedesco e il Francese
Rimbaud – L’ultimo crac
Un tempo, se ricordo bene, la mia vita era un festino in cui tutti i cuori si aprivano, in cui tutti i vini scorrevano. Una sera, ho preso sulle ginocchia la Bellezza. – E l'ho trovata amara. – E l'ho ingiuriata. Mi sono armato contro la giustizia. Sono fuggito. O streghe, o miseria, o odio,… Continua a leggere Rimbaud – L’ultimo crac
Ambiguo Dioniso
… viene il Dio e venendo accenna alle sue spalle (Hölderlin) … come a dire: vengo qui, a Tebe – vengo però da quell'altra Tebe, da quella Tebe che mi sono lasciata alle spalle – vengo dalla trista Memoria scolpita a sangue sugli stipiti delle Sette Porte – ogni Porta, una stella che brilla in… Continua a leggere Ambiguo Dioniso
Dostoevskij – Ribellione
«Volevo parlarti delle sofferenze umane in generale, ma è meglio se ora ci limitiamo alle sofferenze dei bambini. Questo riduce le mie argomentazioni a un decimo della loro portata, ma è meglio parlare solo dei bambini, sebbene questo non vada a mio vantaggio. In primo luogo, i bambini si possono amare anche da vicino, anche… Continua a leggere Dostoevskij – Ribellione
Blanchot – Rilke e lo spazio interiore del mondo
Intimo, di solito, sta per profondo – e, viceversa, superficiale è, nel parlare volgare, sinonimo di approssimativo, epidermico, senza spessore. Profonde e invisibili sono le radici, le cause, i moventi. Visibili e appariscenti sono invece le foglie al vento, i casi ballerini, gli abbagli contingenti. Essere e apparire, Platone ci ha insegnato a distinguerli. Ma… Continua a leggere Blanchot – Rilke e lo spazio interiore del mondo
Dylan Thomas – Quando i miei cinque e contadini sensi vedranno
Quando i miei cinque e contadini sensi vedranno, le dita scorderanno il verde dei pollici e con l'occhio vegetale della luna dell'unghia noteranno che amore, pula di giovani stelle e manciata di zodiaco, è sbucciato nel gelo e messo via per l'inverno; i mormoranti orecchi lo vedranno, amore a suon di tamburo condotto per brezza… Continua a leggere Dylan Thomas – Quando i miei cinque e contadini sensi vedranno
Heidegger – La via al linguaggio
Dire e parlare non sono la stessa cosa. Uno può parlare, parla senza fine, e tutto quel suo parlare non dice nulla. Un altro invece tace, non parla e può, col suo non parlare, dire molto. Ma che significa dire (sagen)? Per esperire questo, è necessario attenersi a ciò che la lingua tedesca già costringe… Continua a leggere Heidegger – La via al linguaggio