Benvolio: Segui il mio consiglio: cessa di pensare a tal donna.
Romeo: Oh! Insegnami in qual modo lo potrò.
Benvolio: Lasciando liberi i tuoi occhi, volgendoli su altre belle.
Romeo: Mi additi così il modo di richiamarmela ognora dinanzi. Le nere maschere che coprono il volto della bellezza inutilmente fan velo al nostro pensiero, che le penetra e scopre tutto il tesoro che vi si nasconde. Additami una donna che superi tutte le altre in bellezza; e la sua vista stessa non servirà che a ricordarmi quella, innanzi a cui impallidisce ogni cosa terrena. Chi di colpo divenne cieco potrà forse dimenticare il prezioso tesoro che i suoi occhi persero? Mostrami una fanciulla, sul cui volto le Grazie sorridano; ed altro non farà che accrescermi quell’affetto che porto alla più graziosa delle fanciulle! Oh, va’: tu non potrai mai insegnarmi a dimenticarla…
Benvolio: Attendi! Tu sovrumana la trovasti, perché nessuna le vedesti accanto, e l’immagine sua s’impresse senza rivali nel tuo cuore. Ma vieni a compararla alle dolci donzelle che allieteranno questa festa, e vi troverai imperfezioni a iosa…
(Shakespeare, Romeo e Giulietta, 1: 2-3)
***
Nere maschere, così dice Romeo – nere maschere coprono il volto della bellezza…
E se, viceversa, avvenisse il contrario? Se fosse la Bellezza a nasconderci il Buco Nero? Se ad attrarci non fosse, come pare, il Volto dell’Amata – ma l’«oggetto virtuale» dei nostri desideri, che quel Volto dissimula, trasfigura, maschera, e così bene da «incarnarlo»?
Non basterà una vita a rispondere a queste domande. Nessuno s’illuda di aver trovato la chiave di questo enigma…
La più bella (delle forme), è lo stesso Romeo che lo dice, la più bella in carne e ossa non gli servirà che a ricordare Quella innanzi a cui impallidisce ogni cosa terrena…
L’Amata – che si chiami Giulietta o Beatrice – è una «stella» il cui splendore non si vede: una Stella così «attraente» che non si lascia sfuggire neanche una scintilla di luce. L’Amata è una Stella la cui «gravità» si può solo sentire…
Perciò, è grave il sentimento innamorato. E perciò Benvolio, come a volerlo trattenere dal precipizio, a Romeo suggerisce: lascia perdere, guarda quante belle lucciole allietano la nostra terra.
Ma Romeo non può dargli ascolto. Romeo «ha visto» Quella che «acceca». Romeo ha visto il Volto che non può dimenticare. L’amore è «cieco», l’amore ha la vista dei ciechi impotenti a dimenticare quello strano raggio di «luce nera» da cui si sentono attratti.
A Romeo, come a ogni vagabondo dell’amore, nessun benvolere potrà mai farglielo scordare: quello è il Raggio pi greco al quadrato della sua distanza da…