Sanâ’î – Sprofondami nello stupore!

Jorn-estasi

Anni e anni vagai in contemplazione,
a uno a uno scostando veli smisurati.
Fui a Baghdad e nel cuore del deserto,
nel giardino del paradiso e nell’abisso dell’inferno.
Il mio cuore era la fiaccola che rischiarava la via d’Amore,
la mia anima il naufrago nel mare dello stupore.
Ora per il bisogno bruciavo come l’aglio,
ora m’acquattavo come cipolla nel suo velo.
M’inebriavo nella grazia dell’intima effusione,
o in dolorosa contrazione umiliavo il mio essere.
Da quel velato labirinto infine volai via,
ma solo per ritrovare un altro velo ancora più sottile.
Era il velo dell’ecceità, tutto luce inviolata,
la cui esistenza è velata perfino a se stesso.
E qui vidi viandanti in moto perpetuo che salmodiavano:
«Signore, sprofondami nello stupore!».

(Sanâ’î, Viaggio nel regno del ritorno, 485-492)

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buco-nero

Come stelle che chiedono al Buco Nero il favore d’essere spente… come stelle che al mondo sono stanche di domandare quello che al mondo non c’è, un «dove» degno di velare la loro «luce»… stelle che hanno effuso invano il loro splendore, stelle che invano si sono umiliate sulla «via d’Amore», stelle che a lungo hanno «errato» senza trovare altro che la «gravità» dell’Amato… stelle che hanno battuto gli «eroici» sentieri del Graal per poi non giungere che alla Domanda, all’Enigma della loro stessa «orbita»… stelle che si rassegnano, stelle che si esaltano, l’uno e l’altro insieme, a puntare sul Niente il loro ultimo fiorino – la posta in gioco, puoi chiamarla «poesia» ma solo perché fa rima con «pazzia» – così, press’a poco, pazza come quella delle stelle, stupefatta dall’audacia della scommessa, è pure la sorte dei nostri desideri.

Diventano «poetici» solo impazzendo. Diventano «mistici» solo rendendosi al mistero del loro furore. Diventano «chiari» solo facendo trasparire il Velo dei Veli, non più solo della propria, bensì della disperazione universale.
Perché non io – ma Egli, il «buco nero» della parola, – non io, ma Egli dispera di trovare una risposta che non sia fuori di sé.

Ecco perché mi bastavano i tuoi occhi per annientarmi. I tuoi occhi perché lì soltanto Egli era fuori di me – a stupirmi. Nel cuore – quando ho guardato nel Suo cuore – eri tu che di là mi desideravi.
Tu, il mio Silenzio… stanco di chiedere al mondo ciò che il mondo non può essere fuori di Te… senza parole ti domandavo solo di spegnermi a me stesso…