Hölderlin – L’addio

Balivet-separazione

Volemmo separarci? ci parve bene e saggio?
ma perché ci atterrì come un delitto,
nel farlo? Noi ci conosciamo poco,
perché davvero regna un dio in noi.

Chi tradire? chi ha creato in noi
tutto, pensiero e vita, chi ci anima,
il dio protettore del nostro amore –
questo, soltanto questo io non posso.

Ma il mondo conosce un’altra defezione,
altro onore di ferro, altro diritto,
e giorno dopo giorno l’abitudine
gli addormenta l’anima.

Lo so – da che il terrore informe delle radici
ha separato gli uomini dagli dèi,
il cuore deve espiare col suo sangue,
deve morire il cuore di chi ama.

Fa’ che non parli, e che non veda più
d’ora in poi ciò che mi fa morire,
lascia che io parta per la mia pace in solitudine
e che il congedo resti tutto nostro!

Offrimi tu la coppa da cui io possa
bere un sacro veleno di salvezza,
bere con te una bevanda di Lete,
tutto dimenticando, odio e amore!

Andare voglio. Forse ti rivedrò,
Diotima, un giorno, dopo lungo tempo,
quando sarà sfiorito il desiderio
e, guidati dal discorso, vagheremo

tranquilli, molto simili ai felici,
pensosi, incerti, fino a che questo luogo,
il luogo dell’addio, evocherà
tanto passato consolando il cuore;

ti guarderò stupito, udirò voci
d’un tempo antico, un canto molto dolce,
un suonare di corde; sul ruscello
profumerà per noi un giglio d’oro.

(Hölderlin, Diotima)