Pu Sung-Ling – Il pero magico

Un agricoltore venne dalla campagna per vendere le sue pere. Esse erano fragranti e succose, e l’uomo le stava vendendo molto bene, quando un sacerdote taoista, coperto di rozze vesti e di sciarpe sbrindellate, comparve accanto al carro e chiese qualche frutto.
L’agricoltore lo scacciò, ma quello non volle saperne di andarsene. L’altro alzò la voce e van Gogh-pero-in-fiorefinì per mettersi a gridare e imprecare.
«Il vostro carro – disse allora il sacerdote – contiene centinaia di pere e io ve ne chiedo una soltanto. Non sarà un gran perdita, signore! Perché vi arrabbiate tanto?».

La gente cercò di persuadere l’agricoltore a concedere una pera ammaccata per liberarsi dell’uomo, ma l’agricoltore si rifiutò, indignato.
Una guardia del mercato, infine, vedendo che il tumulto rischiava di sfuggire al suo controllo, comprò una pera col proprio denaro e la diede al sacerdote.
Il prete ringraziò la guardia con le mani intrecciate sulla testa, poi si rivolse alla folla e disse: «Noi che abbiamo abbandonato il mondo, troviamo difficile capire l’avidità umana. Lasciate che offra qualche pera di prima qualità a tutti voi, buona gente».

«Ora che hai la tua pera – disse qualcuno – perché non te la mangi?».
«Tutto quello che mi occorre è un seme da piantare», rispose il prete. E tenendo il frutto con entrambe le mani, lo divorò rapidamente. Poi prese una piccola pala che portava sulla schiena, scavò il terreno per parecchi centimetri, depose un seme della pera nella buca e lo ricoprì con la terra.
Ciò fatto, chiese dell’acqua calda. Uno degli astanti andò a prenderne un po’ in un negozio vicino e il prete versò l’acqua sul seme che aveva piantato. Tutti gli occhi erano fissi su di lui.

Meraviglia! Si vide spuntare un piccolo germoglio, che prese a crescere ininterrottamente, finché divenne un albero del tutto cresciuto, con grande profusione di ramoscelli e foglie. In un lampo esplose in una gran fioritura e i fiori divennero frutti: dozzine di pere grosse e profumate, gremivano i rami dell’albero.
Il prete colse le pere dall’albero e cominciò a offrirle ai presenti. In breve tempo non ne rimase più una. Allora, con la sua pala, il prete cominciò a tagliare l’albero. Teng! Teng!: i colpi risuonarono nell’aria finché l’albero non cadde. Il prete se ne caricò sulle spalle la parte superiore e se ne andò tranquillo e beato.

Mentre tutto questo accadeva, l’agricoltore era stato a guardare a bocca aperta in mezzo alla folla, allungando il collo e dimenticando i suoi affari; ma quando il prete si fu allontanato, si accorse che il suo carro era vuoto.
Tutt’a un tratto gli venne il dubbio che tutte quelle pere distribuite alla gente fossero le sue, e guardando meglio vide che una stanga del carro era stata recisa. Fremente di rabbia si mise a cercarla e la trovò abbandonata ai piedi di un muro. Allora comprese la verità, e cioè che il pero magico abbattuto sotto i suoi occhi altro non era che la stanga del suo carro. Del prete non v’era alcuna traccia, ma la piazza del mercato risuonava di risate.

(P’u Sung-Ling, Liao-Chai)