O mio Signore, non so martellare in rime la tua gloria.
Con labbra semplici dico il mio salmo.
Ma se non vuoi, non ascoltare la mia parola.
So che l’erba è verde, ma non capisco perché è verde,
per chi è verde.
Capisco che amo,
ma non so quale bocca brucerà la mia.
Sento che soffia il vento; non so perché soffia
quando io sono triste.
Ma non prestare attenzione alla mia parola, se non ti piace.
Vorrei semplicemente dirti con parole piane, primitive,
che esisto anch’io, che sono qui, che ti ammiro;
ma che non ti capisco.
Perché non hai bisogno della nostra ammirazione,
del nostro salmodiare;
perché urtano forse il tuo orecchio rumorose, continue suppliche.
Perché non sappiamo altro che implorare,
umiliarci, chiedere.
Sono un tuo schiavo semplice, che puoi dare in regalo
anche all’inferno.
Il tuo dominio è infinito,
e sei potente, forte, eterno.
O Signore mio, dammi una briciola di me stesso.
Ma se non vuoi, non ascoltare la mia parola.
(Jozsef, Con cuore puro)