Nâzik al-Malâ’ika – L’invitato assente

Sepulveda-nostalgia

Già trascorsa è la sera, volge la luna al tramonto
ed eccoci a contare le ore di un’altra notte,
a guardare lenta la luna scivolare nell’abisso
e con lei l’allegria senza che tu sia venuto –
tu ormai disperso assieme alle mie speranze –
un’altra notte a fissare la tua sedia vuota
in compagnia della tristezza dopo aver chiesto
in silenzio invocato la tua venuta.

Mai dopo tutti questi anni avrei immaginato
la tua ombra ancora capace di dominare
ogni pensiero o parola, ogni passo ogni sguardo,
né potevo sapere che tu saresti stato più forte
di ogni altra presenza e che l’unico assente
fra tutti i convitati eclissasse ogni altro
in un oceano di nostalgia.

Certo se tu fossi venuto ci saremmo intrattenuti
a conversare con gli amici finché fossero partiti
e forse allora anche tu mi saresti parso come gli altri,
ma la sera è già passata e il mio sguardo gridando
ha interrogato ogni sedia vuota cercando
fra i presenti sino alla fine della sera
l’unico che non è venuto.

Che tu venga da me un giorno
ormai più non lo desidero:
dai miei ricordi in un istante svanirebbe il profumo
e si dissolverebbero i colori di quest’assenza,
e rotta l’ala alla fantasia languirebbero
i miei canti.

Serrando le dita intorno ai frantumi dell’ingenua
mia speranza ho scoperto d’amarti
nelle sembianze del sogno, e se anche tu fossi
qui adesso in carne ed ossa, io
seguiterei a sognarlo, quell’invitato assente.

(Nāzik al-Malā’ika, L’amante della notte)