Hillman – L’amore e il patto infranto

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Nella storia di Gesù, il motivo del tradimento colpisce immediatamente. La triplice reiterazione (da parte di Giuda, da parte degli apostoli addormentati, da parte di Pietro; e di nuovo, nel caso di Pietro, il tradimento è ripetuto tre volte) ci parla di qualcosa di fatale, ci dice che il tradimento è un dinamismo essenziale per condurre al punto di massima tensione drammatica la storia di Gesù, e dunque che il tradimento è al cuore del mistero cristiano.

La tristezza dell’ultima cena, l’angoscia nell’orto di Getsemani e il grido sulla croce sembrano ripetizioni di un medesimo motivo, riformulazioni di un medesimo tema che affermano, ogni volta in una tonalità più alta, come un destino si stia compiendo, una trasformazione stia per toccare Gesù.
In ciascuna di queste esperienze di tradimento, Gesù è drammaticamente obbligato a prendere coscienza del fatto di essere stato abbandonato, deluso e lasciato solo. Il suo amore è stato respinto, il suo messaggio è stato male interpretato, la sua chiamata disattesa e il suo fato annunciato.

Io trovo che questo simbolo grandioso ha molti punti in comune con la nostra storiella ebraica. Il primo gradino del tradimento, quello da parte di Giuda, era già noto da tempo. bacio-di-GiudaPremunito, Gesù poté accettare questo sacrificio per la maggior gloria di Dio. Il colpo non dovette dunque essere così terribile, anche se Giuda andò a impiccarsi. Anche il rinnegamento di Pietro era stato previsto e, ancora, fu Pietro che uscì fuori e pianse amaramente.
Nella sua ultima settimana, la fiducia di Gesù era riposta tutta in Dio. Gesù «uomo di dolore», sì, ma con la fiducia originale ancora intatta.

Come il ragazzino sulla scala, fino all’ultimo gradino egli poté contare su suo Padre, e perfino chiedergli di perdonare i suoi persecutori; lui e il Padre furono una cosa sola fino al momento della verità, quando, tradito, rinnegato e lasciato solo dai suoi seguaci, consegnato in mano ai nemici, inchiodato alla situazione irreparabile, Gesù vide infranto il patto di fiducia originale con Dio; solo in quel momento egli avvertì nella sua carne umana tutta la realtà del tradimento e la brutalità di Yaveh e del creato, e allora gridò il salmo 22, il lungo lamento sulla fiducia in Dio Padre:

“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza”: sono le parole del mio lamento. Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, grido di notte … eppure tu abiti la sacra dimora … in te hanno sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li hai liberati … sperando in te non rimasero delusi … sei tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai fatto riposare sul petto di mia madre. Al mio nascere tu mi hai raccolto, dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio. Da me non stare lontano, poiché l’angoscia è vicina e nessuno mi aiuta.

Seguono queste immagini dello scatenarsi di forze bestiali in tutta la loro brutalità:

Mi circondano tori numerosi, mi assediano tori di Basan. Spalancano contro di me la loro bocca come leone … un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi, hanno forato le mie mani e i miei piedi …

Questo brano straordinario afferma che la fiducia originale è riposta nella potenza paterna, che il grido di aiuto non è rivolto alla madre, bensì che l’esperienza del Cristo-lavacro-pieditradimento fa parte di un mistero maschile.
Non si può fare a meno di notare l’accumulo di simbolismo animico che costella il motivo del tradimento. Via via che si dispiega e diventa più intenso il dramma del tradimento, il femminile viene sempre più alla ribalta.

Citerò soltanto il lavacro dei piedi durante l’ultima cena e il comandamento dell’amore; il bacio e i denari d’argento; l’angoscia nel Getsemani: un giardino, la notte, il calice, il sudore salino che stilla come sangue; l’orecchio tagliato; l’immagine delle donne sterili sulla via del Golgota; il sogno premonitore della moglie di Pilato; la degradazione e le sofferenze: il fiele e la spugna intrisa di aceto, la nudità e inermità; le tenebre dell’ora nona e le molte Marie; e voglio sottolineare la ferita al costato nel momento d’impotenza della morte, come quando Eva fu tratta dal fianco di Adamo. E, infine, la scoperta del Cristo risorto, vestito di bianco, da parte di donne.

Si direbbe che il messaggio d’amore, la missione di Gesù in favore di Eros, acquisti forza definitiva solo attraverso il tradimento e la crocifissione.
È nel momento in cui Dio lo abbandona, infatti, che Gesù diventa pienamente umano, patisce la tragedia dell’umanità, col fianco trafitto e ferito dal quale sgorgano sangue e acqua, la sorgente ora liberata della vita, del sentimento, dell’emotività.

La qualità puer, la posizione di sicurezza immune da paure del predicatore miracoloso è svanita.
Quando si spezza la fiducia originale, il Dio puer muore e nasce l’uomo. E l’uomo può nascere soltanto quando nasce il femminile che è in lui.
Dio e uomo, padre e figlio non sono più una sola cosa. Questa è una trasformazione radicale dell’universo maschile. Dopo la nascita di Eva dal fianco di Adamo dormiente, diventa possibile il male; dopo che il fianco di Gesù tradito e morente è stato trafitto, diventa possibile l’amore.

(Hillman, Puer aeternus)