Nietzsche – L’ultimo filosofo all’ultima sua voce

Discorsi dell’ultimo filosofo con se stesso.
Frammento dalla storia della posterità.

Chiamo me stesso l’ultimo filosofo, poiché sono l’ultimo uomo. Nessuno parla con me se non io stesso, e la mia voce giunge a me come quella di un morente.
Campanella-EdipoLasciami rimanere ancora un’ora con te, amata voce, con te, ultimo soffio nostalgico di tutta la felicità umana: per opera tua mi illudo di sfuggire alla solitudine, e mi insinuo nella pluralità e nell’amore, poiché il mio cuore si rifiuta di credere che l’amore sia morto, non sopporta l’orrore della più solitaria solitudine e mi costringe a parlare come se io fossi sdoppiato.

O mia voce, ti odo ancora? Tu sussurri, mentre maledici?
Eppure la tua maledizione dovrebbe spezzare le viscere di questo mondo! Ma esso vive ancora, e mi guarda ancora più splendente e più freddo con le sue spietate stelle; esso vive, sordo e cieco com’è sempre stato, e uno solo muore – l’uomo.
Eppure ti odo ancora, amata voce! In questo universo muore ancora una cosa, all’infuori di me, l’ultimo uomo: e l’ultimo sospiro, è il tuo sospiro che muore con me, il prolungato ahimé! ahimé sospirato per me, l’ultimo degli uomini della sventura, Edipo.

(Nietzsche, Frammenti postumi: 19. 131)

***

Edipo-cieco

Perché Edipo?
Perché, in quanto parricida, spezza una catena di successioni – e, spezzandola, fa di se stesso l’Ultimo anello della Serie? L’Ultimo su cui ricadono tutti i pesi – ma sì: tutti i castelli in aria – della Filosofia in cui irrompe?
Perché Edipo?
Perché, in quanto votato all’incesto, travolge ogni tabù – e, travolgendolo, spazza via ogni ordine «temporale» fino a fare di se stesso il Padre dei suoi fratelli?

O perché Edipo, in quanto vittima dei suoi stessi crimini «filosofici», può essere l’Ultimo dei posteri alla Filosofia, e insieme il Primo dei suoi padri fondatori? e cioè di nuovo il Filosofo qual era, prima di cadere nella tale o talaltra «filosofia»? – il Filosofo iniziale; di Dalì-Verginenuovo l’Inizio che torna, nell’ora del tramonto – nell’Ultima Ora – a fare filosofia intorno a Se Stesso, e alla sua (improbabile) «umanità»?

Il Primo Uomo fu Filosofo, e il Primo Filosofo fu il bambino che «è cresciuto nell’Uomo» (Kierkegaard), il bambino che è rimasto là – nascosto ai suoi stessi occhi, il bambino che, come Edipo, torna a rivedersi solo il giorno in cui la «cecità» lo libera dalla schiavitù di un’immaginazione libera, «senza padre né madre».
L’ultimo giorno «umano», quando saranno caduti tutti i veli dell’idolatria immaginaria si farà strada l’Erede dell’Uomo, lo stesso Edipo – e tutto quello che Edipo significa pro o contro il parricidio, l’incesto e la concorrenza tra Padre e Figlio – diverrà inutile e sarà dimenticato, né più né meno di come noi abbiamo dimenticato l’Antenato dell’Uomo.

Inutile sarà stata, allora, la sua sventura. Inutile la sua tragica filosofia. Inutile soprattutto la sua umanità.
Questa non sarà stata che la buia preistoria dell’Erede che verrà a scordarsi di noi. Sarà facile riassumerla in un ahimé!