Marais – Il segreto della termite volante

termitai

Un termitaio si deve considerare come un singolo animale, i cui organi non siano stati ancora fusi insieme, come è invece accaduto nell’essere umano.
Alcune termiti costituiscono la bocca e il sistema digestivo; altre fungono da armi di difesa, come potrebbero essere le corna e gli artigli; altre rappresentano gli organi riproduttivi.
Le termiti volanti, appunto, sono gli organi riproduttivi della colonia. Ognuno di questi insetti alati è, in potenza, un re o una regina. Quelle quattro belle ali hanno impiegato mesi a svilupparsi e a crescere, fino a diventare perfette, e passeranno altri mesi – a volte anche anni, nelle regioni molto aride – prima che si presenti loro un’occasione di volare. Non volano mai se non è piovuto, e il motivo è evidente: dopo il volo devono subito cercare riparo nel terreno, e quando il terreno è duro e asciutto ciò diventa impossibile.

Seguiamo ora attentamente il volo di queste termiti fin dal momento in cui vengono fuori dal nido.
Esse strisciano fuori da un piccolo foro, a migliaia e migliaia. Nel termitaio, naturalmente, c’è molta agitazione. A volte le termiti volanti sono scortate fino all’orifizio da operaie e da soldati.
Il primo impulso dell’insetto volante, non appena esce, è quello di provare le ali. Si agita e tenta di sollevarsi in aria. Se fallisce, si arrampica su un filo d’erba e salta da termite-disegnoquell’altezza. Ma volare deve volare, sia pure per pochi centimetri soltanto. Fra poco capirete perché questo fatto sia per l’insetto così fondamentale, non meno necessario di quanto lo sia la conservazione della propria esistenza; perciò pone tanto impegno nel volare quanto nel difendersi dai nemici, anzi forse anche di più, perché l’urgenza è maggiore.

L’osservatore si accorgerà presto che il volo sembra avere lo scopo di sparpagliare gli insetti il più lontano possibile, allo stesso modo in cui le piante tendono a spargere i loro semi.
Alcune termiti volano molto in alto e percorrono diversi chilometri prima di scendere a terra; altre ricadono a un passo o due dal vecchio nido. Ma, lontano o vicino, esse devono per forza volare, altrimenti l’unico scopo della loro esistenza non può compiersi.

Osserviamo una di queste «formiche bianche», come vengono comunemente, benché impropriamente, chiamate le termiti – una che dopo il volo è scesa a terra vicino a noi. Supporremo che sia una femmina (è infatti impossibile distinguere a occhio nudo un sesso dall’altro).
La prima cosa che fa è disfarsi delle ali. Esegue questa operazione con un movimento fulmineo, così rapido che non siamo in grado di seguirlo con lo sguardo. Un attimo prima Kusk-termitela vediamo con le sue ali intatte, e un attimo dopo si allontana, lasciandole sull’erba tutt’e quattro: è molto, molto più svelta di una donna che si toglie la vestaglia e la lascia sopra una sedia. Quelle ali hanno messo dei mesi a crescere. Per anni, forse, la termite è vissuta nelle tenebre sotterranee, preparandosi a quel momento preciso. Per tre secondi di tempo, in uno spazio, forse, di tre metri, essa ha goduto la squisita emozione del volo, e con essa lo scopo della grande preparazione s’è compiuto: le esili ali da silfide vengono lasciate da parte come una veste logora.

Non appena si è liberata delle ali, la termite comincia a correre in giro per qualche secondo. Vi accorgete che sta cercando un posto adatto a qualche scopo, ma non sapete ancora quale possa essere questo scopo. Nemmeno ciò che essa farà immediatamente dopo vi sarà di molto aiuto: dovete quindi aspettare pazientemente, se volete scoprire che cosa intende fare.
Una volta trovato il posto, essa fa una cosa molto strana. Si ferma, si appoggia sulle zampe anteriori, sollevando in aria tre quarti almeno della parte posteriore del corpo, e rimane immobile in quella posizione, come se fosse la statua di una termite.
Se vi spazientite e ve ne andate, il segreto della termite volante non vi sarà mai svelato.

Che cosa sta facendo?
È occupata a mandare nell’aria un SOS con telegrafo senza fili.
Ancora un attimo di pazienza: sono poche le persone che hanno assistito a questo miracolo.
In che cosa consiste questo segnale telegrafico? Io credo di saperlo, ma dubito che voi possiate indovinare che cos’è. Se non avete fatto uno studio speciale sui segnali degli insetti, non potrete sciogliere l’enigma.

termitaio-buco

Penserete, naturalmente, che si tratti di qualche suono che l’orecchio umano non può captare. Forse saprete che i nostri piccoli coleotteri sudafricani detti toktokkie, in circostanze simili, fanno appunto toc-toc-toc.
No, il segnale della termite non è un suono, e questo lo si può dimostrare sperimentalmente. Per il momento ci basti sapere che il segnale consiste in qualcosa che si trova molto al di là dei nostri sensi; eppure il maschio lo percepisce a distanze incredibili!

Come può succedere una cosa simile?
Ebbene succede, e la nostra femmina, che è una ragazza davvero moderna, non è certo così timida da non fare i primi approcci amorosi. Se aspettate un po’, vedrete arrivare, volando per l’aria, un’altra termite; e noterete che sebbene sembri farlo in maniera goffa e quasi involontaria, è tuttavia in grado di governare il suo volo e di mantenere la direzione anche contro vento.

A volte il maschio scende a terra a un metro o due dal luogo dove la femmina è rimasta immobile nella sua strana posizione. Appena giunto a terra, fa la stessa mossa fulminea che già abbiamo osservata nella femmina, ed ecco per terra anche le ali del maschio.
La sua fretta è tremenda e irresistibile. Si apre una strada tra l’erba, o vi si arrampica, così velocemente che non possiamo quasi seguirlo con lo sguardo. Sta cercando la silfidesorgente del segnale che ha ricevuto in volo. Dopo pochi minuti l’ha trovata.

Durante tutto questo tempo la femmina è rimasta immobile, con il corpo sollevato in alto; ma, non appena il maschio la tocca con le antenne, è come se le trasmettesse la propria eccitazione.
La femmina comincia a correre, con tutta la velocità che le sue zampe le consentono, e il maschio la segue da vicino. Hanno dato inizio all’ultima ricerca: cercano casa, e il maschio affida questo compito alla moglie. Deve essere una buona casa, perché dovranno viverci dentro per molto tempo. E ora che hanno trovato il posto, e si sono messi a scavare la porta d’ingresso, lasceremo sola per un po’ di tempo la felice coppia.

Ci sono cose ancor più strane, in questo piccolo dramma, di cui l’osservatore inesperto non si renderà conto.
Ho parlato del bisogno che sentono di volare. Ascoltate attentamente: se quelle due termiti non avessero volato, nulla di ciò che abbiamo osservato sarebbe accaduto. L’istinto è una cosa che agisce tratto dopo tratto, come gli anelli di una catena. Se si elimina o si omette uno di questi anelli, tutta la catena si rompe.
La natura vuole che la «formica bianca» si moltiplichi e si diffonda. Se i nidi fossero troppo vicini tra loro, ciò sarebbe un danno per tutte le comunità; perciò le termiti ricevono le ali e devono volare. Ma il volo è soltanto un anello della loro vita sessuale; se questo anello manca, la loro vita sessuale e la loro stessa esistenza finisce lì, non ha altro seguito.

I due sessi possono vivere insieme, anche per un periodo di due anni, dopo la comparsa delle ali. Fra di loro sono in continuo contatto, ma non si ha la minima prova che svolgano una qualsiasi attività sessuale.
Prima, essi devono strisciare fuori dal nido, devono volare, devono posarsi a terra e surreal-sessiperdere le ali; soltanto allora, e immediatamente, comincia la loro vita sessuale. Se impedite loro di volare, sia il maschio sia la femmina muoiono senza fare altri tentativi di diventare capostipiti di una nuova progenie.
Né la durata né la lunghezza del volo hanno alcuna importanza; esso può durare qualche ora, o soltanto un secondo; può coprire chilometri, o soltanto pochi centimetri. Ma la forza che chiamiamo istinto comanda: dovete percorrere tutti gli stadi, dove fare tutti i passi prestabiliti, altrimenti siete condannati.

Se prendiamo un maschio e una femmina, proprio mentre stanno uscendo dal nido, e li mettiamo uno accanto all’altro, anche nel più stretto contatto, ci accorgeremo che nessuno dei due si interessa minimamente del compagno e, anzi, lottano per separarsi l’uno dall’altro.
Ma se lasciamo volare la femmina per pochi centimetri, l’intero processo che abbiamo sopra descritto si svolgerà fino alla conclusione. Lasciamo che il maschio voli in giro, non fosse che una sola volta, e poi costringiamolo a posarsi accanto alla femmina; allora, e soltanto allora, gli eventi seguiranno il loro corso normale.

Un secondo di tempo, dieci centimetri di spazio, un battito d’ali, sono per la termite un abisso ampio quanto l’infinito che separa due tipi di esistenza.
A noi ciò può sembrare una piccola linea divisoria, ma all’insetto non è concesso di oltrepassarla, nemmeno con l’aiuto di un uomo.

(Marais, L’anima della formica bianca)