Pascal – La forza è la regina del mondo

La giustizia consiste in ciò che si è stabilito; e così tutte le nostre leggi stabilite saranno bilancia-disegnonecessariamente ritenute giuste senza essere esaminate, dal momento che sono stabilite.

La moda, come determina i gusti, così determina la giustizia.

Le sole regole universali sono le leggi del paese nelle cose ordinarie, e l’opinione dei più nelle altre.
Donde ha origine ciò?
Dalla forza che vi inerisce.
E da ciò deriva che i re, che posseggono la forza per altra via, non seguono l’opinione della maggioranza dei loro ministri. Senza dubbio l’uguaglianza dei beni è giusta, ma non potendo far sì che sia forza obbedire alla giustizia, si è stabilito che sia giusto obbedire alla forza; non potendo dare forza alla giustizia si è giustificata la forza, affinché la giustizia e la forza fossero insieme, e ci fosse la pace, che è il bene supremo.

«Quando il forte possiede i suoi beni custodendoli con le armi, ciò che possiede è al sicuro» (Luca, 11: 21).

Perché si segue l’opinione dei più? Forse perché hanno più ragione?
pesi-paintNo, perché hanno più forza.
Perché si seguono le leggi più antiche e le credenze più antiche? Per il motivo che sono le più sagge?
No, ma sono uniche e ci tolgono la radice delle divergenze.

È l’effetto della forza, non dell’abitudine; perché quelli che sono capaci d’inventare sono rari; i più vogliono solo seguire, e negano la gloria a quegli inventori che la cercano con le loro invenzioni; e se costoro si ostinano a volerla conseguire e a disprezzare quelli che non inventano nulla, gli altri li copriranno di nomi ridicoli, e daranno loro delle bastonate.
Non ci si vanti di questa sottigliezza d’ingegno, o si stia contenti in se stessi.

La forza è la regina del mondo, e non l’opinione. – Ma l’opinione è quella che usa la forza. È la forza che fa l’opinione.
A nostro parere, il vivere tranquillo è bello. Perché?
Perché chi vorrà danzare sulla corda, sarà solo; ed io farò una setta più forte, di persone che diranno che non è una bella cosa.

(Pascal, Pensieri: 236-242)