Il giorno che sua sorella Hinauri si gettò in mare e disparve tra le onde, fu per Maui un brutto giorno. Fu il giorno che gli sconvolse la vita. Con la morte nel cuore, Maui lasciò il villaggio sulla costa e tornò a vivere dai genitori.
Era con loro da un po’ di tempo, quando il padre lo chiamò a sé e gli parlò.
«Figlio mio – gli disse una sera verso l’ora del crepuscolo, mentre erano seduti all’aperto – mi è giunta notizia da tua madre che hai compiuto mirabili imprese nel tuo Paese d’origine, donde s’è sparsa la voce che sei coraggioso. Sappi però che adesso vivi nel Paese di tuo padre, e che le cose saranno diverse per te. Temo che qui andrai incontro alla tua rovina».
Maui, perplesso, gli domandò: «Quali sarebbero queste cose che potrebbero causare la mia rovina?».
«Qui vive la tua antenata Hine nui te Po, la Grande Hine, la Signora della Notte – rispose con tono severo il padre fissandolo negli occhi. – Se guardi là dove tramonta il sole, se guardi attentamente, puoi vedere coi tuoi occhi balenare laggiù una cosa che apre e chiude le cosce».
Aveva detto parole enigmatiche Makea, il padre di Maui. Parole terribili che Maui, allora, non poteva comprendere, perché Maui, a quell’epoca, non aveva ancora il pensiero fisso sulla morte. A differenza di tutti i discendenti di Hine nui te Po, lui solo, ancora, non sapeva della morte.
Maui non sapeva ancora che, da quando Hine nui te Po aveva girato le spalle al suo sposo Tane ed era discesa verso Rarohenga, tutti i suoi discendenti del mondo della luce era destino che la seguissero percorrendo lo stesso sentiero, e facessero così ritorno al grembo materno.
«Sciocchezze – disse Maui al vecchio padre. – A questa storia che tu mi racconti del Sentiero che tutti dobbiamo percorrere, io non ci penso mai, e faresti bene a non pensarci nemmeno tu. È inutile avere paura. La cosa migliore è andare a scoprire se davvero siamo destinati a morire o invece a vivere in eterno».
Diceva questo perché non aveva dimenticato la profezia di sua madre, allorché aveva detto che un giorno Maui avrebbe sconfitto Hine nui te Po e che, da allora in poi, la Morte non avrebbe avuto più alcun potere sugli uomini. Maui teneva a mente le sue parole, e si faceva forte della promessa materna. Maui non aveva, a quell’epoca, ancora paura della morte.
Il padre però, con aria addolorata, gli confessò quel che Maui non aveva ancora saputo. Gli disse: «Figlio mio, il giorno che ho celebrato la tua cerimonia, ho tralasciato di dire una parte delle preghiere. Me ne sono ricordato solo in seguito, quando oramai era troppo tardi. Questo è un cattivo segno e significa che tu dovrai morire».
«Dimmi piuttosto – l’interruppe Maui – com’è Hine nui te Po?».
«Guarda laggiù – gli disse Makea indicando le montagne ghiacchiate, che si elevavano sotto le nuvole fiammeggianti del tramonto. – Quello che vedi, è Hine nui, che brilla dove il cielo tocca la terra. Ha il corpo di una donna, ma le pupille degli occhi sono di giada, e i capelli alghe scure. Ha la bocca di un barracuda e, nel punto in cui si entra in lei, ha denti aguzzi di ossidiana e di giada».
«Credi tu che sia feroce come Tama nui te ra, il Grande Sole, che brucia ogni cosa col suo calore? – gli chiese Maui. – Non ho forse reso possibile la vita dell’uomo azzoppandolo e costringendolo a stare a distanza? Non sono stato io a indebolirlo con la mia arma incantata? Forse il mare non occupava più spazio prima che pescassi della terra col mio amo incantato?».
«Tutto ciò che dici è verissimo – disse Makea. – Tu sei il mio ultimogenito e il vigore della mia vecchiaia. Benissimo, allora, sia come vuoi. Va’ pure a trovare la tua antenata, se è questo che desideri. La incontrerai là, nel punto in cui il cielo e la terra si toccano».
Il sole intanto era tramontato. Non avevano altro da dirsi, il padre e il figlio. Il padre aveva indicato a Maui il Sentiero, e gli aveva detto tutto ciò che si può dire della Morte: che apre e chiude le cosce, e che è principio e fine della Via.
E Maui aveva saputo dal padre nient’altro che il Nome della Via. Aveva saputo tutto ciò che c’è da sapere: basta il Nome della Morte per avviarsi nella più dispari delle Imprese Umane.
E così, il mattino dopo, sul far dell’alba, Maui si avviò. Andò per prima cosa in cerca di compagni che volessero condividere la sua avventura. Ma a quell’ora erano svegli soltanto gli uccelli, e solo loro poterono offrirsi di seguirlo.
C’era il tiwaiwaka, il piccolo uccello dalla coda a ventaglio, che gli svolazzava intorno e lo seguiva lungo il Sentiero come se s’aspettasse qualcosa da lui. E c’era il miromiro, il grigio uccello canterino, e il tataeko dalla testa bianca, e il pitoitoi, il pettirosso, un uccello mite e curioso.
Maui li radunò ed espose loro la sua intenzione. Sapeva che era pericoloso e irriverente invadere il regno di Hine nui te Po con propositi ostili. Egli però avrebbe fatto qualcosa di molto più pericoloso: aveva infatti in mente di entrare addirittura nel corpo della sua Grande Antenata. Si proponeva di passare attraverso il grembo della Grande Notte, per uscirne dalla bocca. Se fosse riuscito nella sua impresa, la Morte non avrebbe avuto più l’ultima parola con l’uomo: così sua madre gli aveva profetizzato.
Questa sarebbe stata la più grande delle sue imprese: così disse, fiero, agli uccelli radunati intorno a lui.
«Seguitemi – disse – e sarete anche voi un giorno onorati per aver preso parte a questa spedizione».
Poi prese la sua arma incantata, la mandibola sacra di Muri Ranga Whenua, e se la strinse attorno alla vita, attorcigliando le corde con cui era appesa. Era quello il solo indumento che portava, quando in compagnia degli uccelli si mise in cammino.
Quando arrivarono nel posto dove Hine nui stava addormentata con le gambe aperte, riuscirono a scorgere le selci poste tra le sue cosce, ma Maui disse agli uccelli: «Ora, miei piccoli compagni, quando mi vedrete strisciare dentro il corpo della Vecchia, trattenetevi dal ridere per qualsiasi motivo. Solo quando avrò attraversato il suo corpo e sarò uscito dalla bocca, solo allora, e non prima, potrete ridere, se volete. Ma mi raccomando, non fatelo prima!».
Gli uccelli gli volarono intorno cinguettando e, seguendolo lungo la strada, cercavano di dissuaderlo dalla temeraria impresa: «Signore – gridarono – verrai ucciso se oserai entrare là dentro».
«Non succederà – disse Maui, impugnando la mandibola incantata – a meno che voi non roviniate ogni cosa. Ora la Vecchia dorme. Se vi metterete a ridere quando passerò dalla sua soglia, lei si sveglierà e mi ucciderà all’istante. Se invece ve ne starete buoni e tranquilli senza fiatare, fintanto che non uscirò dalla sua bocca, allora vivrò, mentre Hine nui morirà, e gli uomini vivranno in seguito per il tutto il tempo che vogliono».
Allora gli uccelli si tolsero dal Sentiero e andarono ad appostarsi sui rami degli alberi.
«Va’ pure avanti, coraggioso Maui – gli dissero. – Sta’ attento però».
Maui, grazie alle sue magiche metamorfosi, prese le sembianze di un topo per entrare nel corpo di Hine nui te Po. Ma tataeko, la testa bianca, disse che con quell’aspetto non ci sarebbe riuscito. Maui si mutò allora in un lombrico, ma tiwaiwaka, l’uccello dalla coda a ventaglio, a cui non piacevano i vermi, non era d’accordo.
Solo quando Maui prese l’aspetto di una lucertola, l’approvarono tutti: «Sì – dissero. – Così va bene, così può andare».
A quel punto Maui si avviò con movimenti molto buffi, al che gli uccelli dovettero fare del loro meglio per trattenere il riso. Ma non ci riuscirono. Il modo in cui Maui entrò nel corpo dell’Antenata li fece ridacchiare, e subito dopo il piccolo uccello dalla coda a ventaglio scoppiò a ridere a voce alta, facendo risuonare le sue note allegre e sfacciate. E gli danzò intorno facendo ondeggiare la coda e schioccare il becco.
Hine nui si svegliò di soprassalto: si rese subito conto di cosa stava succedendo e in un attimo Maui finì di vivere. Invece di rinascere, andò incontro alla morte.
Così morì Maui, il figlio nato dal nodo dei capelli di sua madre Taranga, gettato in mare e poi salvato e nutrito dalle alghe.
Fu la risata dei suoi compagni d’avventura a farlo morire, privando così l’umanità di una vita immortale.
Hine nui te Po aveva sempre saputo che Maui si sarebbe infilato un giorno tra le sue cosce, e aveva già deciso che era meglio che l’uomo morisse e ritornasse all’oscurità da cui proviene, percorrendo il Sentiero che lei aveva fatto per andare a Rarohenga.
Hine nui te Po strinse le cosce e impedì a Maui di ritornare in vita.