Hölderlin – I cantori di Dioniso

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Così invano nascondiamo il cuore in petto,
invano freniamo il nostro coraggio,
maestri e giovani – chi può impedirci,
chi vietarci la gioia? Un fuoco
divino ci trascina, giorno e notte,
ad aprirci una via.
Su, vieni!
Guardiamo nello spazio aperto,
cerchiamo ciò che è nostro, benché remoto!
Questo è certo: a mezzogiorno e fino a mezzanotte
sempre resiste una misura,
comune a tutti eppure a ciascuno assegnata,
e ciascuno va e viene dove ha potere d’avvenire.
Dunque! una follia festosa irrida chi irride,
quando improvvisa afferra i cantori nella sacra notte.
Vieni sull’Istmo, ove scroscia aperto il mare al Parnaso
e la neve splende sulle rupi di Delfi,
nella terra d’Olimpo, sulle vette del Citerone,
all’ombra dei pini, entro le vigne,
e sotto brusisce Tebe e l’Ismeno nella terra di Cadmo,
da cui viene il Dio e venendo accenna alle sue spalle…

(Hölderlin, Pane e vino, 3)