Diarmaid [o Diarmuid] figlio di Donn mac Duibhne sfuggendo a Finn aveva portato via Gráinne figlia di Cormac, e si trovava un giorno in una grotta di Benn Etair.
In quel tempo c’era una vecchia che stava a guardia di ogni luogo in cui Diarmaid si trovasse.
La vecchia uscì dalla grotta e andò sulla cima di Benn Etair. Vide un guerriero che solitario si stava avvicinando. Era il capo della fiana. La vecchia domandò chi fosse.
«Sono venuto a corteggiarti – disse Finn – e poi ti dirò il perché; il mio desiderio è che tu stia con me come mia unica moglie».
La vecchia credette alle parole di Finn e gli promise di fare la sua volontà. Ma ciò che Finn voleva da lei era che tradisse Diarmaid.
La vecchia acconsentì. Andò a immergere il suo mantello nell’acqua marina e poi ritornò nella grotta. Diarmaid domandò come fosse il tempo sull’altura.
«Confesso che non ho mai visto un freddo simile né udito una simile tormenta – disse quella. – La brina si è sparsa sulle colline, e su tutta Elg non c’è una piana in cui un torrente, impetuoso e inarrestabile, rimanga tra i suoi argini; non c’è falco o corvo di Ériu che trovi rifugio in un’insenatura, una scogliera, un’isola o una baia di Falmag».
Scosse intenzionalmente le sue vesti per la grotta e poi uscì.
Intanto Gráinne, vedendo che se ne andava, subito aveva allungato una mano sul mantello che la vecchia aveva addosso, e se lo era portato alla lingua.
Quando sentì sul mantello il sapore del sale: «Sventura, Diarmaid! – disse. – La vecchia ci ha tradito. Alzati in fretta e indossa gli abiti da guerriero!».
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Composto nel sec. X in tardo medio-irlandese, questo è uno dei frammenti più antichi di quella «Fuga d’amore di Diarmaid e Gráinne», in cui è possibile rintracciare, se non la fonte, quantomeno un testo vicino alla fonte celtica della leggenda bretone di Tristano ed Isotta.
La «contesa» tra Finn e Diarmaid è attestata già nella tradizione più antica, allorché Finn, il luminoso, il Signore delle «Acque di Sopra», e Diarmaid, l’oscuro, il Nume delle acque «infere» (delle «acque sorgenti dal profondo»), si contendevano la bella «maga» Gráinne, bella quanto «Terrificante» (come ricorda il suo nome). Bella e «letale» per chi la «sposa». I testi più recenti, come il nostro, si limitano a «umanizzare» quella contesa, a farla scendere dal cielo sulla terra.
La storia è questa. Gráinne è «promessa sposa» a Finn, ma non ha nessuna intenzione di convolare a nozze con un «vecchio». Sicché, al banchetto nuziale, usando le sue arti magiche, Gráinne offre una pozione soporifera a tutti i commensali, tranne che a Diarmaid e a tre suoi amici. Quindi impone a Diarmaid i gessa di distruzione e pericolo se non fugge con lei (il geis è un vero e proprio «tabù»: chi sgarra, sia pure per distrazione o dimenticanza, si ritrova la fedina dell’«onore» macchiata).
Sulle prime lui è riluttante a tradire la fiducia di suo zio Finn (neanche Tristano vorrebbe tradire la parola data a suo zio Marco), ma i suoi compagni gli ricordano che egli non ha alternative dal momento che «è un uomo sventurato colui che viola i propri gessa».
Inseguita da Finn la coppia si rifugia nella foresta: come attesta il nostro frammento, si va a nascondere nel rifugio di Benn Etair (come non ricordare la «grotta degli amanti» di Tristano e Isotta?). Diarmaid costruisce un riparo con sette porte di canne e un letto di vimini e betulla per Gráinne. I due sono però circondati, sennonché arriva in loro soccorso Óengus che porta via Gráinne sotto il suo mantello. Diarmaid sfugge agli uomini di Finn e segue Óengus e Gráinne.
Lasciati da soli, i due amanti continuano a vagare da un nascondiglio all’altro, senza mai fermarsi a mangiare dove hanno cucinato né a riposare dove hanno mangiato, finché, scoperto, Diarmaid affronta e sconfigge gli uomini che Finn ha mandato a ucciderlo.
Per lungo tempo, sebbene dormano assieme, «non ci fu peccato tra di loro», e Diarmaid lascia della carne cruda in ogni luogo dove soggiornano, come a dire che il loro amore non è stato «cucinato» al fuoco della libidine (allo stesso scopo, Tristano e Isotta frappongono tra i loro corpi la «spada snudata»).
Ne è una riprova il fatto che un giorno, mentre stanno camminando insieme, dell’acqua schizza tra le gambe di Gráinne, e lei dice: «Diarmaid, sebbene la tua audacia sia grande in battaglia, penso che quest’acqua sia più audace di te».
«È vero – risponde Diarmaid. – Anche se mi sono trattenuto per paura di Finn, non posso più sopportare i tuoi rimproveri. È difficile fidarsi di una donna». E poi si unisce a lei in amore.
Diarmaid riceve poi da un gigante con un occhio solo il permesso di cacciare nel suo territorio, a patto che non tocchi le bacche del suo albero magico. Ma Gráinne, che ora è incinta, vuole a tutti i costi quelle bacche, sicché Diarmaid è costretto a uccidere il gigante.
Possono così salire sull’albero e mangiare le bacche: quelle dei rami in basso sono amare, ma diventano sempre più dolci man mano che i due amanti si arrampicano ai rami più alti. Ma quando sono giunti in cima all’albero, mentre giacciono nel letto del gigante, si vedono circondati, nuovamente, dagli uomini di Finn.
Riescono ancora una volta a fuggire: Gráinne con l’aiuto di Óengus e Diarmaid saltando giù dall’albero.
Dopo lungo tempo, Óengus riesce a rappacificare Diarmaid con suo zio Finn, che si rassegna alla volontà dei due amanti e concede loro della terra nel Connacht, dove essi allevano quattro figli maschi e una femmina.
L’«ultimo giorno dell’anno» Diarmaid si unisce a Finn nella Caccia al Cinghiale Selvatico di Ben Gulban. In realtà, questo cinghiale è il fratello di latte di Diarmaid, e il destino lo condanna a morire ucciso per mano sua. Infatti, Diarmaid lo uccide, ma viene ferito da una delle sue setole velenose.
Solo l’acqua guaritrice portata dalle mani di Finn lo potrà guarire. Ma Finn la va a raccogliere così malvolentieri, che, distraendosi al pensiero di riavere Gráinne, se la lascia scorrere per due volte tra le dita.
Quando la terza volta torna con l’acqua, è troppo tardi: Diarmaid è morto!
(Anche la «medicina» di Isotta giungerà troppo tardi per impedire la morte di Tristano).
Il finale cambia da versione a versione: ora si narra che Finn si riunisce alla sposa Gráinne, ora invece Gráinne porta il lutto per Diarmaid fino alla fine dei suoi giorni.