Bena Lulua – L’astuzia di Gabuluku

Una volta l’elefante Nseffu Munene invitò tutti gli animali a ballare a casa sua. Fece una casa grande grande, e la riempì di roba da mangiare.
Gli animali vennero tutti e si riunirono nel villaggio di Nseffu Munene.
antilope-nanaVenne anche l’antilope nana Gabuluku e disse all’elefante: «Attento, che quando andremo tutti a dormire, qualcuno potrebbe strisciare nel buio della notte e andare nel magazzino a rubare ogni ben di Dio. Se vuoi un mio consiglio, ordina a tutti la sera, prima di andare a letto, di togliersi la pelle delle gambe e di appenderla in alto dentro casa: così non possono correre».
«Benissimo!», disse Nseffu e nominò guardiano Kaschiama, il leopardo.

La sera ballarono. Quando fu ora, Nseffu suonò il segnale di andare a dormire. Tutti si tolsero le pelli delle gambe e le appesero in alto, dentro casa.
Tutti gli animali si addormentarono. Mukenge, la volpe, chiamò la pioggia. Piovve. Gabuluku si guardò intorno. Dormivano tutti: Kaschiama dormiva, Mukenge dormiva, tutti dormivano.
Gabuluku si alzò, tolse dalla casa le pelli delle gambe dell’antilope Gulungwe e le indossò. Uscì davanti alla casa. Corse un po’ di qua e un po’ di là, così che ci fossero molte orme. Poi andò nel magazzino e mangiò, mangiò, mangiò. Poi tornò indietro, appese gli stivali di Gulungwe all’uncino e dormì.

La mattina dopo, il leopardo Kaschiama uscì. Vide le molte orme di Gulungwe, e disse: «Qui c’è sotto qualcosa!». Andò e vide che qualcuno aveva rubato e mangiato nel magazzino.
Gabuluku mostrò le tracce e disse: «È stato Gulungwe». Gli altri animali dissero; «È stato Gulungwe». Gli animali gridarono: «Ooooh Gulungwe!».
Gulungwe disse: «Io ho dormito, no rubato». Venne Nseffu Munene, il capo. Guardò tutto. Vide le orme e disse: «Gulungwe deve morire». Gulungwe fu ucciso.

Gli animali ballarono, mangiarono, bevvero, ballarono. E quando fu ora, la tartaruga Nkuffu suonò il segnare di andare a dormire. Tutti si tolsero le pelli delle gambe e le appesero in alto dentro casa. Tutti gli animali si addormentarono.
La volpe Mukenge chiamò la pioggia. Piovve. Gabuluku si guardò attorno. Tutti dormivano. Kaschiama dormiva, Mukenge dormiva, tutti dormivano. Gabuluku si alzò, antilope-impalaprese dalla casa le pelli delle gambe dell’antilope Ntundu e le indossò. Uscì davanti alla casa, corse su e giù e andò nel magazzino a rubare e mangiare. E come la volta precedente, tutti gli animali accusarono Ntundu: erano sue le impronte! E così anche Ntundu fu uccisa.

Allo stesso modo, notte dopo notte, furono incolpati e uccisi il bufalo Bou, Kakesse e infine la guardia Kaschiama.
Fino a quel mattino erano stati uccisi Gulungwe, Ntundu, Bou, Kakesse e Kaschiama. Gabuluku andò a spasso.
Una vecchia donna andò allora da Nseffu Munene, e gli disse: «Tu uccidi tutti gli animali inutilmente. Gli animali non hanno rubato. Gulungwe non ha rubato, Ntundu non ha rubato, Bou non ha rubato. Non ha rubato Kakesse, e neppure Kaschiama ha rubato. È Gabuluku il furbone. Gabuluku ti ha consigliato di far appendere a tutti gli animali le pelli delle gambe, la sera prima di andare a dormire. Gabuluku di notte prende le pelli delle gambe e con quelle corre di qua e di là, ruba e le riappende. Metti dunque la martora Kabundji a guardia del magazzino. Io farò un Buanga (mezzo magico), e se Kabundji si addormenta, il Buanga lo sveglierà».
«Va bene», disse Nseffu Munene.

Gli animali ballarono, mangiarono, bevvero, ballarono. Quando fu ora, Nseffu suonò il segnale di andare a dormire. Kabundji andò a far la guardia al magazzino. Tutti si tolsero le pelli delle gambe e le appesero in alto dentro casa. Tutti gli animali si addormentarono. Mukenge chiamò la pioggia. Piovve. Gabuluku si guardò intorno. Tutti gli animali dormivano. Gabuluku si alzò, prese dalla casa, in alto, le pelli delle gambe del bue domestico Ngombe e le indossò.
Gabuluku uscì davanti alla casa. Corse un po’ di qua e un po’ di là, così che c’erano molte orme. Poi andò nel magazzino.

Kabundji dormiva. Vicino a Kabundji c’era il Buanga. Il Buanga urtò Kabundji e disse piano piano: «Svegliati, svegliati, svegliati! Viene il ladro!».
Kabundji si guardò molto cautamente intorno, con le palpebre socchiuse. Vide qualcuno martoravenire e mangiare, mangiare, mangiare. Vide che era Gabuluku, che aveva indosso gli stivali di Ngombe.
Gabuluku mangiò, mangiò, mangiò. Gabuluku tornò a casa, si sdraiò e dormì.

Al mattino gli animali andarono davanti alla porta di casa. Videro le orme. Gli animali gridarono: «Ooooh, Ngombe!». Gabuluku uscì e gridò: «Oh, Ngombe ha rubato!». Ngombe gridò: «Io ho dormito, no rubato!».
Kabundji disse allora a Nseffu Munene: «Gabuluku ha rubato».
Nseffu Munene disse: «Gabuluku ha rubato nella pelle delle gambe di Ngombe!».
Gabuluku gridò: «Io non ho rubato, io non ho rubato, io non ho rubato!».
Gli animali dissero: «Gabuluku è un ladrone. Gabuluku deve morire». Essi legarono Gabuluku.

Gli animali volevano uccidere Gabuluku sul posto. Gabuluku disse: «Non uccidetemi qui. V’imbrattate il luogo, se dopo volete farmi a pezzi per mangiarmi. Portatemi là, vicino al bosco».
Gli animali portarono Gabuluku al limite del bosco. Gabuluku disse: «Toglietemi le corde adesso, prima che sia morto, vi risparmiate questo lavoro dopo. Sbattetemi a terra, e sono morto».
Gli animali tolsero le corde a Gabuluku e lo sbatterono a terra, ma Gabuluku non morì. Guizzò via tra i rami del bosco.

Il figlio di Kaschiama gridò: «Gabuluku è colpevole dell’uccisione di molti animali innocenti. Ha rubato e mangiato troppo. Dobbiamo prenderlo».
Tutti gli animali si lanciarono dietro Gabuluku. Gabuluku giunse a un albero sotto cui c’era una buca e vi si nascose. Vi si cacciò dentro.
Arrivarono gli animali e cominciarono a raspare e a grattare. Tanto rasparono che il figlio di Kaschiama poté afferrare una zampa di Gabuluku.
Gabuluku gridò: «Io sono di qua e tu invece tiri un pezzo di legno dall’altra parte».
Gabuluku rise. Il leopardo lasciò andare la presa. Gabuluku saltò duori e davanti agli animali sbalorditi corse via per il bosco. Gli animali dissero: «Ma era la zampa di Gabuluku!».
Il leopardo disse: «Gabuluku è colpevole dell’uccisione di molti animali innocenti. Ha mangiato e rubato troppo. Lo prenderemo».

branco-antilopi

Tutti gli animali corsero all’inseguimento di Gabuluku. Gabuluku si slanciò attraverso il bosco e giunse al villaggio dei Gabuluku. C’erano solo Gabuluku che stavano suonando il tamburo e danzando.
Gabuluku gridò: «Tagliatevi presto le orecchie e la coda!».
Tutti i Gabuluku si tagliarono le orecchie e la coda.
Arrivarono gli animali, guardarono in terra e videro molte orme di Gabuluku. Gli animali dissero: «Dov’è il nostro Gabuluku?»
I Gabuluku battevano il tamburo e dissero: «Qui siamo tutti Gabuluku».
Gli animali risposero: «Il nostro Gabuluku aveva orecchie e coda».
I Gabuluku dissero: «In questo villaggio siamo tutti Gabuluku senza orecchie né coda».
Gli animali dovettero allora tornare indietro senza aver concluso nulla, ma da allora non vollero più avere a che fare con Gabuluku perché era ed è tuttora un ladrone.