Coomaraswamy – I due assi della croce

Il chiodo che unisce l’asse trasversale a quello dritto è la conversione e la penitenza dell’uomo
(Atti di Pietro, 39)

Riteniamo che il piano dell’«elemento orizzontale» sia la terra del Paradiso terrestre innalzato, e che nel simbolismo cosmico della Croce tutto quanto sta al di sotto di questo piano sia rovesciato, e dritto tutto quanto ne sta al di sopra.

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Giotto – Il martirio di san Pietro

Di questo possiamo forse dare un’immagine più chiara: supponiamo di essere ai piedi della Croce, che fra noi e l’elemento orizzontale della croce vi sia uno specchio d’acqua, di cui il piano dell’elemento orizzontale rappresenta l’«altra sponda», e che la parte superiore dell’elemento perpendicolare a questo piano sia il tronco dell’Albero della Vita piantato da Dio nel Paradiso: ciò che vedremo vicino a noi sarà un’immagine rovesciata dell’albero, con le radici in alto e i rami in basso, e al di là di essa ci sarà l’origine di questa immagine, l’albero reale, dritto; solo quando raggiungeremo l’altra sponda non vedremo più l’albero rovesciato, che allora sarà, per così dire, sotto di noi. L’albero è sempre lo stesso albero, ciò che cambia è soltanto la nostra relazione ad esso.

Possiamo osservare, inoltre, che l’albero riflesso muterà continuamente d’aspetto a causa del movimento dell’acqua, che potrà anche nascondercelo completamente alla vista, così come entrambi gli alberi potranno esserci celati dalla foschia; in ogni caso, colui che ha lo sguardo volto verso ciò che sta sotto di lui, e che ignora l’altra sponda, l’albero ovviamente lo vedrà rovesciato, prima di vederne il modello, visibile soltanto a chi è capace di guardare più in alto.

(Coomaraswamy, Il grande brivido)