Un giorno Maui disse alla moglie: «Preparami qualcosa di caldo da mangiare!».
La donna gli obbedì, ma le pietre del forno a terra s’erano appena riscaldate, quando il sole subito tramontò, costringendoli a mangiare quasi crudo e per giunta nell’oscurità.
Questo incidente convinse Maui che bisognava trovare il modo di allungare le giornate. Erano troppo brevi: non c’era tempo sufficiente per cuocere il cibo, dacché il sole attraversava il cielo troppo in fretta.
Allora si rivolse ai fratelli: «Prendiamo il sole al laccio – disse – e facciamolo muovere più piano: così avremo tutti giornate più lunghe per procurarci il cibo e badare alle nostre cose».
I fratelli gli risposero che era impossibile: «Nessun uomo – dissero – può avvicinarsi al sole. È troppo caldo e violento».
Maui allora rispose loro: «Non avete visto quello che ho fatto? Non avete visto che mi sono trasformato in tutti gli uccelli della foresta per poi riprendere la mia forma umana? L’ho fatto per magia, senza neppure l’aiuto della mascella della mia gloriosa antenata, che ora invece possiedo. Credete sul serio che non riuscirei a fare quello che ho detto?».
I fratelli si lasciarono convincere dalle sue parole e, tutti d’accordo, gli offrirono il loro aiuto.
Uscirono allora tutti a raccogliere del lino, che portarono a casa. Si sedettero e cominciarono a torcerlo e a intrecciarlo. Questo accadde quando fu scoperta l’arte di intrecciare il lino per fare delle corde robuste di forma quadrata o piatta, e insieme l’arte di attorcigliare la fibra per trarne delle corde rotonde.
Quando tutte le corde occorrenti furono pronte, Maui raccolse la sua mascella e tutti si allontanarono, portando via con sé le corde oltre alle provviste per il viaggio. Si misero in cammino di sera e viaggiarono solo di notte, perché il sole non li vedesse. Alle prime luci dell’alba si nascondevano, e solo dopo il tramonto tornavano a mettersi in marcia.
E così, senza che il sole potesse scorgerli, andarono sempre più a est, finché non giunsero al limite della buca, da cui sorge il sole.
Tutt’intorno alla buca costruirono un’alta e lunga muraglia di argilla, e a entrambe le estremità edificarono delle capanne entro cui ripararsi. C’erano quattro capanne, una per ciascuno dei fratelli.
Quando ogni cosa fu pronta, buttarono il laccio e notarono che era davvero resistente. I fratelli, distesi nelle loro capanne, restarono in attesa, mentre Maui si nascondeva nel buio, dietro il muro, sul bordo occidentale della buca da cui il sole sorge. E impugnando la mascella, la nuova arma della sua forza magica, diede ai fratelli le ultime istruzioni.
«Mi raccomando – disse. – Restate nascosti, non fatevi scorgere dal sole, altrimenti correte il rischio di spaventarlo. Aspettate fino a quando la testa e le spalle sono già dentro il laccio. A un mio grido, tirate forte, tirate le corde più forte che potete! Allora uscirò dal riparo e lo colpirò sulla testa, ma voi ricordatevi di non mollare le corde finché non ve lo dico io. Solo quando il sole sarà tramortito, lo lasceremo libero. Non fate gli sciocchi, non vi lasciate impietosire quando lo sentirete urlare di dolore. Tenete duro, e stringete saldamente le corde fino al mio comando».
Ciò detto, si appostò coi fratelli in attesa che il sole sorgesse.
Ed ecco: albeggiò e il cielo dapprima si colorò di un grigio fresco e lucente, e poi di un rosso fiammeggiante. Come al solito, il sole salì dalla buca senza sospettare di nulla. Il suo fuoco si diffuse sulle montagne e il mare fu tutto uno scintillio.
Il sole era là, e i fratelli adesso potevano vederlo da più vicino di qualunque essere vivente. Eccolo! era là che veniva fuori dalla buca con la sua brace ardente. E, senza che se ne avvedesse, la testa e le spalle gli si stavano impigliando nel laccio.
Allora Maui lanciò un grido, e i fratelli tirarono subito le corde, di modo che il laccio si strinse forte.
L’enorme e splendente creatura lottò, si dibatté, balzando qua e là nel vano tentativo di liberarsi della trappola. Ma quanto più il prigioniero si dimenava, tanto più il laccio si stringeva attorno a lui.
E quando il nodo fu stretto abbastanza, Maui uscì di corsa dal nascondiglio e, impugnando la mascella magica, colpì il sole prima in testa e poi sul volto senza nessuna pietà.
Il sole gridava, gemeva e strillava di dolore, ma Maui non si commosse, non si fece scrupolo d’essere troppo crudele. Maui continuò a infierire vibrando colpi sempre più brutali, finché il sole non gli chiese misericordia.
I fratelli tenevano le corde tese secondo gli ordini avuti in precedenza, e le tennero così ancora per molto tempo. Poi, alla fine, quando Maui diede loro il segnale, le lasciarono andare.
Le corde si allentarono e il sole quel giorno si mosse lentamente, e molto più debole del solito riprese il suo cammino in cielo.
Da quel giorno ha sempre fatto così. Da allora i nostri giorni sono più lunghi di quanto non fossero prima.
Fu durante questa lotta che l’uomo apprese il secondo nome del sole. Al culmine del proprio dolore, il sole aveva gridato: «Perché mi trattate così? sapete voi uomini cosa state facendo? perché volete uccidere Tama nui te ra?».
Questo era infatti il suo nome, che voleva dire il Grande Figlio della Luce: nome che nessuno conosceva prima di allora.