Questa fu l’impresa di Gilgameš, il re che conobbe
i paesi del mondo, il sapiente che vide misteri
e scoprì cose nascoste. A noi un racconto portò
dei giorni prima del diluvio. Fece un lungo viaggio,
fu esausto e consunto dalla fatica; quando ritornò,
la sua storia sulla pietra incise. Si compì allora
il destino che a lui Enlil aveva assegnato:
«Nel Paese della morte egli mostrerà una luce;
di quanti uomini sono stati creati, nessuno lascerà
un monumento comparabile al suo. Eroi e sapienti,
come la luna nuova, ne hanno forgiato il piedistallo,
ma solo lui ha consolidato la forza della loro sapienza.
Senza di lui, nel mese oscuro, nel mese delle ombre,
in verità non c’è luce davanti a sapienti ed eroi.
O Gilgameš, era questo il significato del tuo sogno:
ti fu data la regalità, all’altro tempo tu fosti destinato.
Non ti abbattere, non ti dolere per non aver trovato
la vita: hai il potere di legare e di sciogliere,
di mettere ordine nella luce e nella tenebra degli uomini.
Sugli uomini primeggi, non hai eguali e vinci battaglie
da cui nessun altro torna vivo. Ma tu non ne abusare:
agisci con giustizia verso i tuoi servi» […]
Quando fu l’ora, Gilgameš morì e la sua gente lo pianse:
«Il re giace e più non si rialza. Egli che ha vinto il male,
non vince la morte. Malgrado la sua forza, non ce la fa
a rialzarsi. Egli che ha forma perfetta, giace e non si alza;
egli che ha la vista penetrante, giace e non si alza;
egli che ha scalato le montagne, giace e non si alza;
nel letto del destino giace e non si alza;
nel letto variopinto giace e più non si rialza.
Ma chi gli sta intorno non tace, chi gli siede accanto
leva un lamento; chi mangia e chi beve leva un lamento.
Come un pesce preso all’amo, giace disteso;
come una gazzella presa al laccio, è legato al suo letto» […]
Per Gilgameš furono pesate le offerte; la moglie,
suo figlio, la concubina, il suo cantore e il cortigiano,
i suoi servi e gli attendenti furono sepolti con lui,
nel Palazzo puro nel cuore di Uruk […]
Gilgameš, figlio di Ninsun, giace nella tomba.
Nel luogo delle offerte ha pesato l’offerta del pane;
nel luogo delle libagioni ha versato il vino.
In quei giorni se ne dipartì Gilgameš signore,
il figlio di Ninsun, il re senza pari e senza eguali.
O Gilgameš, signore di sapienza, dolce è la tua lode.