Se ora procediamo sul nostro esempio, vediamo che Faust nel sogno viene sostituito dal re. Ha avuto luogo una trasformazione. Faust è diventato il re lontano di tempi antichi; la personalità di Faust, che contiene una forte tonalità affettiva, è stata sostituita da una persona neutrale, leggendaria. Il re è un’associazione per analogia, un «simbolo» di Faust, come l’«amor suo» lo è di Margherita.
Ci si chiederà forse quale sia lo scopo di questa trasformazione: perché Margherita per così dire sogni indirettamente il suo pensiero, per quale motivo non possa vederlo chiaro e univoco.
La risposta è facile: la tristezza di Margherita contiene un pensiero su cui essa non vorrebbe soffermarsi, perché le sarebbe troppo doloroso. Il suo dubbio sulla fedeltà di Faust viene rimosso e respinto. Esso riappare sotto forma di una storia melanconica che, benché realizzi il desiderio, non è accompagnata da sentimenti gradevoli.
Freud dice che i desideri che costituiscono il pensiero onirico non sono desideri che si ammettono apertamente, ma desideri che a causa del loro carattere doloroso sono stati rimossi; e dato che nello stato di veglia vengono esclusi dalla riflessione cosciente, emergono indirettamente nei sogni.
Questa argomentazione non è affatto sorprendente, se consideriamo la storia dei santi. Non è difficile comprendere la natura dei sentimenti che santa Caterina da Siena reprimeva e che ricomparivano indirettamente nella visione delle sue nozze celesti; o anche i desideri che si manifestano più o meno simbolicamente nelle visioni e tentazioni dei santi.
Come sappiamo, tra lo stato di coscienza sonnambolica di un isterico e il sogno normale esiste una differenza esigua come quella che intercorre tra la vita intellettuale degli isterici e quella delle persone normali.
Se domandiamo a qualcuno perché ha avuto questo o quel sogno e quali pensieri segreti vi siano espressi, egli naturalmente non ci saprà dare alcuna risposta. Dirà che la sera prima aveva mangiato troppo, che ha dormito supino, che il giorno prima aveva visto o sentito questo e quello, insomma: tutto ciò che si può leggere nei numerosi libri scientifici sui sogni.
Quanto al pensiero onirico, egli non lo conosce e neanche può conoscerlo, giacché secondo Freud il pensiero è stato rimosso, in quanto troppo sgradevole.
Se qualcuno dunque ci assicura tranquillamente che nei suoi sogni non ha mai trovato niente di ciò di cui parla Freud, non possiamo fare a meno di sorriderne; poiché l’interessato si è sforzato di vedere qualcosa che è impossibile vedere direttamente. Il sogno deforma il complesso rimosso per impedire che venga riconosciuto. Trasformando Faust nel re di Thule, Margherita rende innocua la situazione.

Freud chiama «censura» questo meccanismo, che impedisce al pensiero rimosso di mostrarsi apertamente.
La censura non è altro che la resistenza che anche durante il giorno ci impedisce di seguire fino in fondo un determinato pensiero. La censura lascia passare un pensiero solo quando è così deformato che il sognatore non può riconoscerlo. Se cerchiamo di rivelare al sognatore l’idea che sta dietro il sogno, egli ci opporrà sempre la stessa resistenza che presenta nei confronti del suo complesso rimosso.
A questo punto ci possiamo porre una serie di domande importanti.
Prima di tutto: che cosa dobbiamo fare per arrivare dietro la facciata, all’interno della casa, vale a dire per passare dal contenuto manifesto del sogno alla vera, segreta idea che vi si nasconde?
Ritorniamo al nostro esempio e facciamo l’ipotesi che Margherita sia una paziente isterica che viene a consultarmi a causa di un sogno sgradevole. Ammettiamo inoltre che io non sappia niente di lei. In questo caso non perderei il mio tempo ponendole domande dirette, perché di solito questi crucci segreti non possono venire liberati senza provocare violentissime resistenze.
Cercherei piuttosto di eseguire quello che ho chiamato «esperimento di associazione», che mi svelerebbe tutta la sua situazione amorosa (la sua gravidanza segreta ecc.). La conclusione sarebbe facile da trarre, e io potrei mostrarle senza esitazioni il pensiero onirico. Ma si può anche procedere in modo più cauto.
Le domanderei per esempio: chi non è fedele come il re di Thule? – o chi dovrebbe esserlo?
Questa domanda chiarirebbe rapidamente la situazione. In casi non complicati come questo, l’interpretazione o l’analisi di un sogno si limita a poche semplici domande.
(Jung, L’analisi dei sogni)