Aiguesmortes – Desideri e congedi

così viviamo, in un continuo prendere congedo
(Rilke, Ottava Elegia)

… chissà se è vero quello che si dice: che abbiamo bisogno, di tanto in tanto, di crearcelo noi «con le nostre mani» un desiderio inappagato – ma per farne che? abbiamo, forse, bisogno di torturarci, di tanto in tanto?

piedi-legati

per ogni sogno, dice Mastro Freud, esiste uno stimolo tratto dalle vicende per le quali si può dire che non ci si è ancora «dormito sopra»

per ogni sogno c’è un desiderio che non è stato ancora «addormentato»:
un desiderio non ancora «sedato»

{
i wanna be sedated … datemi una sedia a rotelle, sono paralitico
sono tutto ciò che serve – il motore immobile della Ruota dei Desideri
mi chiamano il Battelliere, il Traghettatore dei morti nel Regno dei vivi:
porto racconti antichi nel cuore palpitante di desideri appena nati
}

ha proprio ragione Mastro Freud, così tanto ha ragione – che lo stesso sogno dell’immortalità, il Sogno dei sogni, deve essere ancora e ancora «dormito» (e Gilgameš ben lo sa): l’Immortale, l’Inestinguibile (se mai c’è qualcosa al di là del nostro istinto di morte) può e deve essere «dormito» fino all’Ora della sua Manifestazione – perché «aprire gli occhi» sulla propria «immortalità» non farebbe che spezzare anzitempo il filo che la tiene appesa a quella Possibilità che è tutta (e la sola) sua «realtà»
solo in questo senso il Possibile «è»
essere è poter-essere, affermò il Filosofo (non garantisco però se dormiva o era sveglio quando lo disse)
essere è divenire altro, e altro, e altro ancora …

frate-pazienzaessere il motore immobile delle proprie metamorfosi, non è poi così difficile – visto che ognuno di noi è «in movimento», in perenne metamorfosi istante per istante, e sempre «affetto» da e-mozione, com-mozione, ri-mozione, e via dicendo
ma una cosa è il movimento desto, muscolare cosciente, altra è il movimento dormito, dei muscoli «involontari» (macchine autonome) del nostro corpo, perciò

{
i wanna be sedated … datemi una sedia a rotelle, sono paralitico
sono tutto ciò che serve – il pescatore di perle in apnea
mi chiamano il Congiuntivo, l’Angelo ribelle, ma anche, e non di rado, il Malinconico che «celebra le nozze» del Re e della Regina dei Sogni
in una Sola Persona – Lui, il Tiranno dei desideri e dei racconti
}

il Possibile non gode di altra «realtà» che questa tirannia che i nostri sogni tentano di «dormire»: è, certo, una «realtà» ben strana, questa del Possibile – se solo per un istante si realizza, non ha più da essere «dormita»: essendosi manifestata, si è realizzata e insieme estinta: non ha Futuro;
solo dormendolo ancora, solo continuandolo a sognare, il Possibile può essere «realizzato» a modo suo, ovvero nella sua pura virginea immacolata possibilità – che è il «divino» grembo di tutte le nostre immaginazioni
può essere perché non è stato ancora (ragion sufficiente)
dose minima «simbolica»

te l’avevo detto: vacci piano! per ogni sogno ci sono due sognatori a sognarlo, e il sognato non è meno sognatore di chi lo sta sognando: ma tu riesci a seguire il sentiero di Pao-Yu?
se il sogno è uno specchio, sono però sempre due, insieme il Vento e la Luna, che ci si vengono a specchiare: se apri gli occhi e guardi, uno dei due di necessità scompare e tocca a te fare la sua parte
scompare sempre il mortale, il Sognato: dura un poco il suo profumo, ma poi svanisce insieme col suo mondo

il gemello immortale è il Sognatore – la sola Realtà Intramontabile è sempre Possibile, finché il Sogno continua
e quanto più indeterminato il Sogno continua a essere, quanto più rimane il «sogno di una cosa», tanto più è possibile la sua Realtà
e quanto più inappagata di Se Stessa, questa sua Realtà sarà – tanto più dovrà fare i conti, se arrendersi – e come? a quale prezzo? – alla Metafora: per es., ecco, uno si sveglia e racconta il sogno che ha fatto: bene o male, sta tentando di prorogarne la durata, di tenerne in vita l’eco – e questa è la «ragion sufficiente», ovvero la «dose di sufficienza» insieme donata e rubata alla Metafora del Tempo Umano – un po’ di tempo, questa è tutta l’elemosina: datemi un «ancora», un «ora» prolungato!

dose rubata alla Metafora donandosi alla Metafora – dando Se Stessi in cambio, offrendo il proprio corpo in pegno al Possibile
permuta «simbolica»

to take to give is all
(Dylan Thomas)

nel Possibile non c’è che prendere e dare:
come dice il Poeta, è tutto un prendere e dare «congedo», prendere (a volo) un istante e subito dirgli addio

derviscio-silhouettesolo se è congedabile, un desiderio dice addio e vive (in dio)
eppure
solo il desiderio inappagato neanche in cento addii si estingue (nell’uomo)

desiderare è torturarsi intorno alla Possibilità del desiderio – è torcersi, per assecondare i torti da cui il Possibile è «affetto», per poter dare all’Indeterminato ancora un’altra possibilità:
nient’altro che un altro avvitamento «simbolico»: ma tu riesci a seguire la danza del derviscio?
se gira su se stesso, non è che per congedarsi da tutte le urì che gli dicono: Fermati qui, ti porto io in paradiso!

(Aiguesmortes, Quaderni)