Snorri Sturluson – Baldr, la vittima designata

Un altro figlio di Óðinn è Baldr e di lui non si può dir che bene.
Egli è il migliore e tutti lo lodano. È tanto bello d’aspetto e splendente che da lui emana luce, e vi è un’erba tanto bianca che si può paragonare alle sopracciglia di Baldr, la più chiara di tutte le erbe.
E da questo puoi immaginare la sua bellezza nei capelli e nel corpo. Egli è il più saggio degli Asi, dall’eloquio più bello ed è il più benigno.
È nella sua natura che il suo giudizio non può essere mutato. Abita nel luogo che ha nome Breiðablik e che si trova in cielo, là non può esserci nulla di impuro, come si dice qui:

Breiðablik si chiama
là dove Baldr
si è eretto dimora,
in quella terra
dove io so non esistere
rune malefiche
(Grímnismál, 12)

Baldr-Hottr-LokiQuesta storia ha inizio quando Baldr, il buono, sognò sogni grandi e forieri di pericolo per la sua vita. E quando egli raccontò agli Asi quei sogni, essi si riunirono a consiglio e fu deciso di esigere per Baldr garanzia da ogni genere di danno.
E Frigg ottenne giuramenti che ogni cosa avrebbe risparmiato Baldr: fuoco e acqua, ferro e ogni specie di metallo, pietre, terra, alberi, malattie, animali, uccelli, veleno, serpenti.
E ciò fatto e definito, fu un passatempo per Baldr e per gli Asi che egli stesse ritto nel thing e tutti gli altri mirassero a lui, chi da lontano, chi da vicino colpendolo, chi scagliando sassi, ma qualsiasi cosa venisse fatta, nulla lo danneggiava, e a tutti loro ciò pareva gran vantaggio.

Ma quando Loki vide questo, gli dispiacque che nulla recasse danno a Baldr. E, prese le sembianze di una donna, andò da Frigg. Allora Frigg domanda a quella donna se sa cosa facciano gli Asi nel thing. E quella raccontò che tutti tiravano su Baldr e che questi non ne aveva danno.
Allora Frigg disse: «Né arma né legno possono recare danno a Baldr – ne ho avuto giuramento da tutte le cose».
Chiede allora la donna: «Tutte le cose hanno giurato di risparmiare Baldr?».
E Frigg risponde: «Cresce una pianticella a ponente della Valhöll che ha nome vischio; mi parve troppo giovane per pretenderne il giuramento».

Subito dopo la donna se ne partì.
Loki prese la pianticella di vischio, la strappò e andò al thing. Là Höðr se ne stava solo, fuor della cerchia degli altri, poiché era cieco.
Allora Loki parlò con lui: «Come mai non tiri anche tu su Baldr?».
Egli risponde: «Perché non vedo dov’è Baldr e poi perché sono senza armi».
Allora Loki disse: «Fa’ come fanno gli altri, rendi onore a Baldr, ti indicherò io dove si trova. Colpiscilo con questo bastoncino».

Höðr prese il vischio e lo scagliò su Baldr secondo l’indicazione di Loki: il colpo lo trapassa e lo abbatte a terra morto.
E questa è stata la disgrazia più grande avvenuta tra gli dèi e tra gli uomini.

Quando Baldr giacque morto, tutti gli dèi rimasero senza voce e così le mani tese per prenderlo ricaddero, si guardarono l’un l’altro e tutti ebbero un unico pensiero contro colui che aveva compiuto quell’azione.
Ma nessuno poteva trar vendetta, tanto sacro era quel luogo di pace.
E quando gli Asi tentarono di parlare, venne loro piuttosto il pianto alla gola, sicché nessuno poté dire all’altro con parole il proprio dolore. Ma Óðinn sofferse questo male più d’ogni altro poiché meglio d’ognuno sapeva qual grande perdita e qual danno fossero agli Asi nella morte di Baldr.

Quando gli dèi ritornarono in sé, Frigg parlò e chiese chi fra gli Asi volesse guadagnarsi tutto il suo amore e la sua benevolenza e volesse percorrere la via di Hel e vedere se riusciva a trovare Baldr e offrire a Hel il riscatto se ella avesse consentito a lasciar tornare a casa Baldr in Ásgarðr.
Ha nome Hermóðr l’ardito, figlio di Óðinn, chi si offrì per questo viaggio. Allora fu preso Sleipnir, il cavallo di Óðinn, e [fu] recato colà, e Hermóðr montò sul cavallo e partì al galoppo.

Baldr-morto-prua

Ma gli Asi presero il corpo di Baldr e lo portarono presso il mare.
Hrinhorni si chiama la nave di Baldr, era la più grande di tutte le navi: questa volevano spostare gli dèi e porvici la pira di Baldr. Ma la nave non si muoveva.
Allora si mandò a Jötunheimr a chiamare quella gigantessa che ha nome Hyrrokkin, ed essa venne a cavallo di un lupo e aveva per briglie delle serpi velenose, scese dalla sua cavalcatura e Óðinn chiamò quattro berserkir per far la guardia a quella cavalcatura ed essi per tenerla non poterono fare a meno di rovesciarla a terra.
Poi Hyrrokkin si pose contro la prua della nave e alla prima spinta la spostò così che il fuoco sprigionò dai sostegni e le terre tremarono. Allora Þórr s’infuriò e afferrò il martello e le avrebbe fracassato la testa se gli dèi non avessero interceduto perché la risparmiasse.

Poi fu recato sulla nave il corpo di Baldr, e ciò vide la sposa di lui, Nanna, figlia di Nep, e le si spezzò il cuore dal dolore e morì; anch’ella fu posta sulla pira e a questa fu appiccato il fuoco.
Þórr era presente e consacrò il rogo con Miöllnir, ma un nano gli capitò correndo fra i piedi, aveva nome Lítr, e Þórr gli diede un calcio e lo fece finire nel fuoco, ed esso bruciò.

A questa cerimonia della cremazione intervennero genti di varie stirpi. Primamente è da dire di Óðinn e che con lui venne Frigg e le Valchirie e i suoi corvi. Ma Freyr giunse sul carro trainato dal cinghiale che ha nome Gullinbursti oppure Slíðrugtanni. E Heimdallr giunse a cavallo di Gulltoppr, e Freyia guidava i suoi gatti. E giunse anche una gran folla di giganti e di Þursi.
Óðinn pose sul rogo l’anello d’oro che si chiamava Draupnir, ed era sua propria natura che a ogni nona notte si staccavano da esso come gocce otto anelli d’oro di ugual peso.
Il cavallo di Baldr fu condotto al rogo con tutti i finimenti.

Di Hermóðr è da dire che egli cavalcò nove notti per valli oscure e profonde da non veder nulla innanzi a sé, finché giunse al fiume Gjöll e passò al galoppo il ponte che lo sovrasta. Esso è coperto d’oro splendente. Móðguðr è chiamata la vergine che guarda il ponte. Ella gli chiese il suo nome e la sua stirpe e disse che il giorno precedente avevano superato il ponte cinque gruppi d’uomini morti – «ma il ponte non rintrona meno sotto di te solo e tu poi non hai il colore degli uomini morti: perché percorri la via di Hel, tu?».
Egli risponde: «Cavalcherò fino a Hel per ritrovare Baldr. Per caso tu l’hai visto Baldr sulla via di Hel?».
E quella disse che Baldr aveva traversato lì il ponte di Gjöll e che in giù, verso nord, si trova la strada che porta a Hel.

Hermodr

Allora Hermóðr cavalcò finché giunse ai cancelli di Hel; qui egli scese da cavallo, ne assicurò i finimenti, rimontò, diede di sprone, e il destriero balzò con tale impeto oltre i cancelli che certo nemmeno li sfiorò.
Poi Hermóðr cavalcò verso la sala e colà scese da cavallo ed entrò nella sala e vide Baldr, suo fratello, seduto sul seggio più alto – e là Hermóðr trascorse la notte.

Ma al mattino Hermóðr chiese a Hel che Baldr tornasse a casa con lui e disse quanto grande era il dolore fra gli Asi.
Ma Hel replicò che questa era l’occasione in cui si sarebbe potuto provare se Baldr fosse tanto universalmente amato quanto si diceva e «se tutte le cose nei mondi, vive e morte, lo piangeranno, allora egli tornerà presso gli Asi, ma rimarrà presso Hel se qualcuno si rifiuta di farlo e non vuol piangerlo».
Poi Hermóðr si alzò e Baldr lo accompagnò fuori della sala e prese l’anello Draupnir e lo mandò a Óðinn per ricordo, e Nanna mandò a Frigg un panno e altri doni, a Fulla un anello d’oro.
Quindi Hermóðr ripercorse a cavallo la sua strada e giunse ad Ásgarðr e riferì tutti i fatti che egli aveva visto e udito.

Subito gli Asi inviarono per tutto il mondo messaggeri a chiedere che Baldr fosse pianto e in tal modo tratto via da Hel.
E tutti lo fecero, uomini e ogni altro essere vivente e la terra e le pietre e alberi e ogni metallo – siccome tu avrai veduto che queste cose piangono quando escono dal gelo nel calore.
Quando i messi tornarono a casa e avevano ben svolto il loro compito, trovarono in una dimora una vecchia, che stava seduta: si chiamava Þökk.
Ed essi pregarono anche lei di piangere Baldr per trarlo da Hel.
Ma ella disse:

«Þökk piangerà
con occhi asciutti
il viaggio di Baldr fino al rogo;
dal figlio del vecchio
né vivo né morto
mai ebbi vantaggio:
tenga Hel quel che ha».

Ma si suppone che fosse Loki, travestito da vecchia, a recare il male maggiore fra gli Asi.

(Snorra Edda, Gylfaginning: 22 e 49)