Pavel Kutzko – Invece di una risposta

… sempre chiaro mi è:
devo ascoltarmi
C. M.
(la Verna, 4 ottobre 1929)

I cuori degli uomini sono per Dio ciò che per noi è la pergamena: questa è la materia che accoglie la forma delle lettere tracciate su di essa con l’inchiostro.
Allo stesso modo per Dio i cuori sono le tavolette da scrittura, le anime sono l’inchiostro e il discorso che va da Lui alle anime, cioè la conoscenza, è come la forma delle lettere incise sulle tavole dell’Alleanza da entrambi i lati … e sebbene il discorso di Dio non ricada sotto quelle categorie linguistiche in cui si esprime il cuore che le accoglie, esso è tuttavia discorso …
(Or ha-Sekel)

Punto primo: con dio si chiacchiera, e dio è il più grande chiacchierone anche se chiacchiera sotto altre «categorie linguistiche».

La Credenza è la Madre del Libro. Traduce il Libro nei libri, dal suo seno facendoli, goccia a goccia, discendere lungo la Via Lattea nel cuore dei credenti.
Ummu’l-Kitâb, la «Madre del Libro», non è però che un libro, solo un in-folio del Libro. Sua madre, così in questo cantuccio del Libro è scritto, è la Madre, la Credenza, è la Matrice, la Metrica e la Misura che detta la forma delle lettere incise, a decine, sul carro delle stelle.
La Misura è dieci (ricordi?) – ma il loro numero è infinito.

PitagoraDieci sefirot, dieci spiriti – ma potrei anche dire i dieci cieli per cui Dante, il Viandante, viaggia dalla Luna all’Empireo – dalle ombre che «la grande mano lunare» proietta sui lunatici di quaggiù, sui lunatici che siamo noi nei «posti più bassi», negli «inguinali» da cui sorge l’alba dei nostri appelli – dalle bassezze della nostra «radice» chimica, come direbbe Nietzsche – fino alle luci abbaglianti, fino alla più ardente incandescenza di cui siamo capaci al cospetto, e sotto l’effetto, dello Spirito Supremo – a due passi soltanto dal Loto del Termine, a un tiro di scoppio dallo scoprire la Credenza «nuda e cruda», in tutta la sua Nera Maestà.

Potrei anche dire la Decade pitagorica, e lo direi, se questo non mi gettasse, e di brutto, in pasto ai guru neoplatonici (ogni epoca, è risaputo, vanta i suoi esoterici!) – dritto in bocca a chi alla Credenza guarda solo quando «siede» alla destra del Padre, e mai osa sbirciare (è una stregoneria? è una diavoleria, o che cosa?) il Libro che è scritto «a sinistra» dei libri.
A sinistra il cuore, qalb – a sinistra il Continente (qâbil), a sinistra l’orecchio che «contiene» e, contenendola, tiene in vita la qabbalah, il Passaparola «vivente». La viva oralità della voce. La Millenaria sibilla vergine. Vergine al punto da non avere nessun corpo da esibire, a chi la cerca «scritta» nei libri o nei documenti.
La Credenza «vive» negli infiniti balbettii dell’«Anima Parlante» del Mondo. Se è immortale, è perché non cessa mai di morire. E a ogni morte non cessa mai di rinascere dalle sue ceneri.
Non fa che morire e rinascere, la cara Cenerentola.

Tu, ricordati di prenderle le «misure» dai piedi (metrici), dagli inguini delle scansioni (algebriche) dei suoi desideri: è la Madre della Favola, la Madre del Racconto, Nostra Signora della Sciarada.
La sua voce s’è sparsa per la nostra Via Lattea: ogni lettera è una stella, e tutte le lettere assieme sono una e una sola Nuvola.
Se credi, piove.
Fino a dieci volte, anche se piovesse all’infinito.

Transumanar trascendere tradurre trasmodare … transfert – algebra dei cuori, enigma degli amori – che ci trascina a dare ascolto a quelle dieci «categorie linguistiche» che ci sono troppo intime, per non capire a volo quello che dio s’aspetta da noi.
Che noi si tenda l’orecchio, che noi si presti ascolto – questo, se no che altro può volere da noi il Chiacchierone?
Vuole che, divenuto tutto orecchio, ognuno di noi si estenda fino alla Musa della Roccia, fino a Quella che non ride, fino all’Addolorata che non trionfa sul suo dolore se non sei tu a cantarle la ninnananna. Vuole dormire nel sogno in cui tu ti addormenti presso la sua bocca. Vuole che tu trovi le parole per tradurre qui quella Voce Silenziosa.
Ascoltala.

Van Gogh-orecchioPerché è quando dorme che la pergamena della nostra Coscienza si rivela per quello che è da sempre: la Tavola dell’Alleanza da entrambi i lati.
È quando dorme che l’orecchio ascolta dentro Se Stesso la voce muta della Signora dei mondi – la Sibilla che non si è data al suo dio, che al dio della sua credenza ha detto no, non penetrarmi.
Perciò dio le è ancora forestiero. Perciò Lei aspetta fino a mille anni che fuori il suo corpo, tutto il suo corpo, compreso l’orecchio, si estingua. Perché quando sarà soltanto una voce, sarà di nuovo dentro Se Stessa nell’originaria vergine alleanza ai suoi richiami.

Se non ti ascolti, cos’hai da dire?
Se il mio cuore non lo lascio annegare nella sua credenza, come posso dirti più una sola parola che non sia inganno?

(Pavel Kutzko, Dacché tutta la rivoluzione fu rivolgermi a mia madre)