Perceval segue il suo cammino tutto il giorno senza incontrare creatura terrena che sappia indicargli la via. Senza posa prega Dio, il Padre Sovrano, chiedendogli, se gli vuol bene, che trovi la madre viva e in buona salute.
Pregava ancora quando, discendendo da una collina, arriva a un fiume. L’acqua è rapida e profonda. Non osa avventurarsi.
«Signore Onnipotente – esclama – se potessi attraversare quest’acqua, credo che ritroverei mia madre, se ancora in questo mondo sta!».
Ha costeggiato la riva. S’avvicina a una roccia circondata d’acqua che gli impedisce il passaggio. In quel momento vede una barca che scende il filo della corrente. Due uomini vi sono seduti. Immobile li attende, sperando di vederli più da vicino.
Ma quelli si fermano nel mezzo dell’acqua, ancorando saldamente la barca. L’uomo che siede davanti pesca con la lenza infilzando nell’amo come esca un pesciolino non più grosso d’un piccolo vairone.
Il cavaliere, che li osserva, non sa come possa passare quel fiume. Saluta e dice loro: «Signori, mi direte dov’è un ponte o un guado?».
Colui che pesca risponde: «No, fratello, per venti leghe a monte o a valle non c’è né guado né ponte né barca più grande di questa che non porterebbe cinque uomini. Non può passarvi un cavallo. Non v’è né traghetto né ponte né guado».
«In nome di Dio, ditemi dove troverò alloggio per questa notte».
«Ne avrete bisogno, è vero. Di asilo come d’altro. Sarò io a ospitarvi per questa notte. Salite su per quella fenditura che vedete laggiù nella roccia. Quando sarete lassù in alto scorgerete un vallone e una casa, dove abito vicino al fiume e ai boschi».
Spinge il cavallo per la breccia fino alla sommità della collina. Guarda lontano davanti a sé, ma non vede nient’altro che cielo e terra.
«Che sono venuto a cercare qui? solo stoltezza e vanità. Dio copra d’infamia chi m’insegnò questo cammino! Quale casa vedo qua in alto! Pescatore, m’hai raccontato una bella storia! Fosti davvero sleale, se l’hai fatto per il mio male!».
Appena ha così parlato, vede in un vallone la vetta d’una torre. Una torre tanto ben eretta non la si sarebbe trovata da lì a Beirut! Quadrata era la torre, di pietra bigia e con due torrette a lato. Avanti alla torre una sala, e davanti alla sala le logge.
Il cavaliere scende per di là e dice che colui che gli insegnò la via l’ha condotto davvero a buon porto! Ora loda il pescatore e, poiché sa dove albergherà, non lo tratta più da impostore o fellone o mentitore.
Lieto se ne va verso la porta. Trova abbassato il ponte levatoio.
(Chrétien de Troyes, Conte du Graal)