la gru e il derviscio altrove danzano
la perdita di una vita
reggendosi su una sola zampa
apprendono avvitandosi
in uno slancio del Corpo
a volare via dal loro corpo
e quando dal loro corpo infine si è esiliato
il Corpo libero sopra le nuvole
danza
danza la gioia di diventare
quel che sogna d’essere da sempre stato:
di un uccello solo l’ala di luce
di una carezza appena il fruscio
o di un angelo la vaga vibrazione
del suo candore immacolato
se non ci fosse Arianna però
a trarlo fuori dal labirinto
Teseo invano si dorrebbe
d’aver a vanvera abdicato
al suo corpo animale
né Pinocchio senza la Fata Turchina
uomo sarebbe mai diventato
né Dante senza Beatrice
sarebbe riemerso dalla sua follia
alla gru come al derviscio
una gamba deve poggiare in terra
se l’altra in cielo vuole navigare
entrambi devono perdere una vita
per guadagnarne un’altra