Il costume tende a fornire allo sciamano un nuovo corpo, un corpo magico in forma di animale. Tre sono i tipi principali: in forma di uccello, di renna (o cervo) e d’orso – ma specialmente di uccello […]
Si trovano piume d’uccelli un po’ dappertutto, nelle descrizioni dei costumi sciamanici; non solo: la stessa struttura dei costumi cerca di riprodurre il più fedelmente possibile la forma di un uccello. Così gli sciamani altaici, quelli dei Tartari di Minnusinsk, dei Teleuti, dei Soioti e dei Karagassi s’ingegnano a far sì che il loro costume rassomigli a un gufo. Il costume soiota può essere perfino considerato come una perfetta ornitofania. Si cerca soprattutto di rappresentare l’aquila.
Anche presso i Goldi è il costume a forma di uccello che predomina. Lo stesso vale per i popoli siberiani abitanti più a nord, per i Dolgani, gli Yacuti e i Tungusi. Le calzature dello sciamano tunguso imitano le zampe di un uccello.
La forma più complicata di costume sciamanico la si incontra presso gli sciamani yacuti; il loro costume rappresenta uno scheletro completo di uccello, in ferro […]
Anche quando il costume non presenta una struttura visibilmente ornitomorfa – come per es. presso i Manciù, fortemente influenzati da ondate successive di cultura cino-buddhista – s’incontra un’acconciatura della testa con piume tale da far pensare a un uccello.
Lo sciamano mongolo ha delle «ali» alle spalle e si sente trasformato in uccello quando indossa il costume. È probabile che in altri tempi gli elementi ornitomorfi presso gli Altaici in genere fossero ancora più accentuati. Oggi le piume di gufo non ornano più che il bastone del baqça kazako-kirghiso.
Rifacendosi ai suoi informatori tungusi, Shirokogoroff ci dice che il costume da uccello sarebbe indispensabile per volare verso l’altro mondo: «Essi affermano che è più facile recarvisi quando il costume è leggero». È così che, in una leggenda, una donna-sciamano spicca il volo dopo che ha ottenuto la piuma magica.
Ohlmarks crede che questo complesso sia di origine artica e abbia una relazione diretta con le credenze circa gli «spiriti ausiliari» che aiutano lo sciamano a compiere il suo viaggio aereo. Ma lo stesso simbolismo aereo lo si ritrova un po’ dappertutto nel mondo, riferito proprio agli sciamani, agli stregoni e agli esseri mitici che questi talvolta vanno a personificare.
D’altronde, bisogna tener conto delle relazioni mitiche esistenti tra l’aquila e lo sciamano. Ricordiamoci che l’aquila sarebbe stata la genitrice del primo sciamano, che essa ha una parte considerevole nella stessa iniziazione dello sciamano e, infine, che essa costituisce il centro di un complesso mitico che riprende anche il motivo dell’Albero del Mondo e del viaggio estatico dello sciamano.
Nemmeno si deve trascurare il fatto che l’Aquila rappresenta, in un certo modo, l’Essere Supremo, anche se in una sua forma fortemente solarizzata. A noi sembra che tutti questi elementi concorrano a precisare abbastanza nettamente il significato religioso del costume sciamanico: quando lo si indossa, ci si sforza di ritrovare lo stato mistico rivelato e fissato durante le lunghe esperienze e cerimonie dell’iniziazione […]
Il primo sciamano è nato dall’unione di un’aquila con una donna; lo sciamano cerca di trasformarsi lui stesso in uccello e di volare e, in realtà, egli è un uccello, nella misura in cui, come gli uccelli, ha accesso alle regioni superiori.
(Eliade, Sciamanismo e tecniche dell’estasi)