Cina – Il mandriano e la tessitrice

Variante A

C’era una volta un mandriano. In verità, non aveva una mandria, ma un solo bue da menare al pascolo, e in quel solo piccolo pezzo di terra che era tutto ciò che possedeva.
Un giorno il bue, che in realtà era un genio buono, gli disse: «Padrone, è da molto tempo che siete in età di sposarvi. Se seguirete il mio consiglio, ci riuscirete senza spendere un soldo. Andate al fiume il giorno che vi dirò. Alcune ragazze vi faranno il bagno. Sulla riva, i loro abiti saranno disposti in piccoli mucchi. Impadronitevi di uno di questi e andate subito a nasconderlo».

Diana and ActaeonNel giorno previsto, il mandriano andò al fiume e, come il bue gli aveva suggerito, rubò delle vesti a caso e le nascose in un vecchio pozzo dietro la casa. Non dovette attendere a lungo.
Una delle bagnanti che l’aveva visto rubare le vesti, corse ad avvertire la Signora, al cui seguito era discesa dal cielo in terra. La sua Signora era, infatti, la Tessitrice celeste, era la Stella di tutti i racconti, era la Luce più brillante nei cieli notturni, dopo la Luna.
Era scesa in terra con le sue compagne per divertirsi. Era venuta a fare il bagno nella Terra degli Uomini.

«Come farete – chiese l’ancella alla sua Signora – come farete a risalire in cielo senza il vostro vestito di piume?».
«Non temere – le rispose Stella. – Andrò io di persona a reclamarlo da chi me l’ha rubato!».
E così fu. Stella andò a casa del mandriano e gli chiese la restituzione della sua veste.

Il mandriano non volle però dirle dove l’aveva nascosta. Era il bue ad avergli consigliato di tenere il segreto – perché quel segreto sarebbe stato tutta la sua «dote».
In quanto a Stella Tessitrice, che dire? la sua dote era il suo «corpo di luce»: vederla e restarne affascinato fu, per il mandriano, tutt’uno. Gli bastò una sola occhiata per desiderarla.
Il mandriano non aveva mai visto stella più lucente. Le disse: «Sposami, e un giorno ti dirò dove ho nascosto le tue vesti!».

La Tessitrice accettò e gli diede prima un figlio, e poi una figlia. Poi, un bel giorno, come spinta da una curiosità legittima fra buoni coniugi, gli disse: «Siamo sposati da tanto tempo e ora puoi dirmi dove nascondesti le mie vesti».
Il mandriano, ingenuo, glielo disse. Mal gliene incolse: la Tessitrice andò a riprendere il prezioso pacchetto dal vecchio pozzo e, di nuovo con gli abiti di dea, risalì in cielo.

Grande fu la disperazione del mandriano, e grande fu anche quella dei figli che chiedevano della madre.
Essendosi lamentato della propria disgrazia col fedele bue, quest’ultimo gli disse: «Padrone, mettete i vostri figli in due ceste che attaccherete alle estremità di un bastone in equilibrio sulle vostre spalle. Chiudete gli occhi e afferratemi per la coda. Vi condurrò in cielo a raggiungere la vostra sposa».

Appena giunto in cielo, il mandriano chiese udienza al Re, l’Augusto di Giada, che lo ricevette. Dopo avergli raccontato le sue disgrazie, supplicò l’Augusto di Giada di restituirgli la moglie.
Il Re mandò a chiamare la Tessitrice che era sua figlia e, avendo appreso dalla sua bocca che quella era la verità, decise di accordare l’immortalità al mandriano, marito della figlia, e di farne il dio della stella che brilla sulla sponda del Fiume celeste opposta a quella dove brilla la stella della Tessitrice.

Ma per punire ambedue dei loro sotterfugi, l’Augusto di Giada fece loro sapere che avevano diritto di incontrarsi una sola volta ogni sette giorni.
Ahimé, i due sposi intesero male i termini del permesso dato, e pensarono che avevano il diritto di incontrarsi una sola volta, il settimo giorno del settimo mese dell’anno.
Ed è quel che fanno da allora!
In quello stesso giorno le gazze salgono tutte in cielo, tenendo nel becco un piccolo ramo d’albero per intrecciare un ponte sopra il Fiume celeste e permettere agli amanti di ricongiungersi.
Si dice anche, nella Cina del nord, che se in quel giorno piove, è perché il Mandriano e la Tessitrice versano, nel rivedersi, lacrime di gioia.

Variante B

Lilith-uccelloL’Augusto di Giada, Signore del Palazzo Imperiale, aveva una figlia bellissima. Nessuno ricorda più il suo nome, forse perché mai fu rivelato pubblicamente.
Poiché tesseva per il padre vesti senza cuciture, fatte di broccato e di nuvole, tutti la chiamavano la Tessitrice. Instancabile e silenziosa, notte e giorno la fanciulla filava gli abiti regali per Sua Maestà, l’Augusto di Giada.

Era sola, e ogni giorno diveniva sempre più sola, finché suo padre si mosse a compassione e, per premiarla della sua dedizione, la diede in moglie al Mandriano.
Anche il Mandriano era bello d’aspetto e, forse, anche di virtù. La Tessitrice se ne invaghì a tal punto che presto dimenticò di tessere le vesti per suo padre.
L’Augusto di Giada se ne dispiacque e, per punizione, divise i due sposi e li relegò ciascuno su una delle due rive del Fiume celeste. Una volta all’anno, però, essi avrebbero potuto incontrarsi: una sola volta, il settimo giorno del settimo mese dell’anno.