Galles – L’oltraggio a Branwen

Quando la festa nuziale ebbe termine, Matholwch ripartì per l’Irlanda con Branwen.
Una volta a casa, non vi fu uomo di rango o donna nobile d’Irlanda che venisse a far visita a Branwen senza ch’ella donasse loro una collana, un anello o un prezioso gioiello reale, ed era meraviglia vederli partire così adorni.
E così ella trascorse l’anno tra le lodi, e riuscì a perfezione a conquistarsi gloria e amicizie. Accadde allora che rimanesse incinta. E al termine del tempo necessario, le nacque un figlio. Gli fu dato nome Gwern figlio di Matholwch, e fu mandato dagli uomini migliori d’Irlanda perché lo educassero.

Nel corso del secondo anno, d’improvviso in Irlanda si fece un gran parlare dell’oltraggio che Matholwch aveva subito nel Galles e della beffa che gli era stata giocata riguardo ai suoi cavalli. I suoi fratelli di latte e i parenti più prossimi gliene mossero aperti rimproveri.
In tutta l’Irlanda vi fu un tale tumulto che egli non poté sperare di aver pace senza vendicarsi dell’oltraggio.
Branwen-invia-uccelliEcco quale fu la vendetta che essi progettarono: egli avrebbe scacciato Branwen dalla propria camera, l’avrebbe mandata a lavorare nella cucina della corte e ogni giorno il macellaio, dopo aver tagliato la carne, sarebbe andato da lei e le avrebbe dato uno schiaffo.
Fu questa la punizione che venne imposta a Branwen.

«Adesso, Signore – dissero a Matholwch i suoi uomini – date ordine di impedire alle navi e a tutte le imbarcazioni di andare nel Galles; imprigionate tutti coloro che giungeranno da quella terra e non lasciate che vi tornino, per tema che si venga a sapere».
Essi si attennero a tale piano. E le cose andarono avanti così per non meno di tre anni.

Durante questo tempo, Branwen allevò uno storno sulla propria madia, gli insegnò a parlare e gli indicò che tipo d’uomo fosse il fratello; scrisse una lettera in cui narrava delle proprie sofferenze e dell’ingiurioso trattamento da lei patito, e l’attaccò alla base delle ali dell’uccello che inviò nel Galles.
Lo storno volò all’isola. Trovò Bran il Benedetto, gli si posò sulla spalla e rizzò le penne finché fu possibile scorgere la lettera e capire che si trattava di un uccello addomesticato.

Bran prese la lettera e la lesse. Provò gran dolore nell’apprendere le sofferenze di Branwen e subito spedì messaggeri per riunire l’intera isola. Chiamò a sé le forze di centocinquantaquattro paesi. Si dolse personalmente per i patimenti che venivano inflitti alla sorella, e tenne consiglio.
Fu deciso di condurre una spedizione in Irlanda, e di lasciare nell’isola sette governatori, con a capo Caradoc, figlio di Bran.

Bran il Benedetto e tutti i guerrieri misero la prua sull’Irlanda. A quel tempo il mare non era molto profondo, ed egli lo passò a guado portando sulle proprie spalle tutti i musici.
I guardiani dei porci di Matholwch si trovavano sulla riva del mare, quando videro qualcosa di spaventoso in lontananza.
Corsero da lui e dissero: «Sulle acque abbiamo scorto un bosco, in un luogo in cui non l’avevamo mai visto prima. E abbiamo visto una grande montagna accanto al bosco, e questa montagna si muoveva. Sulla montagna v’era un picco, e da ogni lato del picco, un lago. Il bosco, la montagna, tutto si muoveva».

«Nessuno qui può sapere di che si tratti – disse Matholwch. – Nessuno, salvo Branwen: interrogatela!».
I messaggeri andarono da Branwen e l’interrogarono.
Ed ella rispose: «Sono gli uomini dell’Isola dei Forti che traversano l’acqua per venire qui dopo aver saputo delle mie sofferenze e del mio disonore».
«Cos’è quel bosco che abbiamo visto sui flutti?».
«Sono gli alberi e i pennoni delle navi».
Branwen-attende-navi«E la montagna che si scorge accanto alle navi?».
«È Bran il Benedetto, mio fratello, che giunge a guado. Non v’è nave che lo possa contenere».
«E l’alto picco, e i due laghi a fianco di esso?».
«È lui che getta su quest’isola sguardi terrificanti; i due laghi ai lati del picco sono gli occhi ai lati del naso».

Furono subito riuniti tutti i guerrieri d’Irlanda, tutti i grandi capi, e si tenne consiglio.
«Signore – dissero i nobili a Matholwch – non c’è altro consiglio che di ritirarci al di là dello Shannon, il fiume d’Irlanda, di mettere lo Shannon tra te e lui, e di distruggere il ponte. Sul fondo del fiume c’è una pietra calamitata che non permette ad alcuna nave né imbarcazione di traversarlo».
Si ritirarono oltre il fiume e distrussero il ponte.

Bran giunse a terra e si recò con la flotta sulla riva del fiume.
«Signore – gli dissero i nobili – tu conosci la virtù di questo fiume: nessuno lo può traversare e non vi è ponte che lo superi. Cosa consigli?».
«Non ho altro consiglio che questo: Colui che è capo sia ponte! Sarò io il ponte».
Quella fu la prima volta che tali parole furono pronunciate, e il detto è ancor oggi in uso. Egli si distese al di sopra del fiume; su di lui furono gettati dei graticci e le truppe attraversarono sul suo corpo.

Mentre Bran si rialzava, giunsero i messaggeri di Matholwch per salutarlo e omaggiarlo da parte del loro padrone, suo alleato per parentela, e per assicurargli che, per quanto dipendeva da Matholwch, non gli sarebbe accaduto che del bene.
«Matholwch – essi aggiunsero – fa dono del regno d’Irlanda a Gwern tuo nipote, figlio di tua sorella; gliel’offrirà alla tua presenza in riparazione del torto e delle vessazioni patite da Branwen: tu provvederai al sostentamento di Matholwch dove meglio ti aggraderà, qui o nell’Isola dei Forti».
Bran decise di tenere consiglio per discutere l’offerta, e rinviò gli ambasciatori da Matholwch perché facesse una proposta migliore.

I messaggeri tornarono da Matholwch.
«Signore – gli dissero – appronta per Bran una proposta più soddisfacente. Non vuole accogliere quella che gli abbiamo recato da parte tua».
«Uomini – disse Matholwch – qual è il vostro avviso?».
«Signore – essi risposero – ne vediamo uno solo. Egli non è mai potuto entrare in una casa. Ebbene! Costruiscine una tanto grande da poter ricevere lui e gli uomini dell’Isola dei Forti da una parte, e te e tutto l’esercito dall’altra. Donagli il tuo regno perché ne disponga a suo piacimento, e rendigli omaggio. In cambio dell’onore che gli sarà stato reso costruendo una casa capace di contenerlo, cosa che non ha mai avuto, egli farà pace con te».

I messaggeri tornarono da Bran con quel messaggio. Egli decise di accettare. E ciò fu fatto su consiglio di Branwen che voleva evitare la rovina a un paese che apparteneva anche a lei.

(Mabinogion, Branwen figlia di Llyr)