Coomaraswamy – Il simbolo indù dell’Albero rovesciato

arbor-inversa-duplexL’albero di Brahma va immaginato o come un albero che affonda le sue radici nel fondo oscuro della Deità ergendosi e ramificando nel Cosmo manifestato, e che quindi è rovesciato, oppure come un albero costituito da un unico tronco con due parti, delle quali una si estende dalla Terra al Cielo come Asse dell’Universo, mentre l’altra ramifica sopra il tetto del mondo nel Paradiso.

In accordo con Rig Veda, 10: 121.2: «la sua ombra è morte e immortalità», possiamo identificare queste due «parti» con l’Albero della Morte e l’Albero della Vita di altre tradizioni […]

L’idea di un Albero dritto e di uno rovesciato ha una diffusione nel tempo e nello spazio che va da Platone a Dante e dalla Siberia all’India e alla Melanesia […]
Che la dottrina dell’Albero Rovesciato sia sempre stata una dottrina esoterica è tutt’altro che inverosimile; questo è anzi quanto suggerisce Aitareya Brâhmana, 7: 30, dove il significato del rituale è evidentemente un «mistero» […]: cfr. anche Rig Veda, 1: 139.2, dove si parla di «vedere l’aureo», cioè l’immortale, con questi nostri occhi, gli occhi di Soma, occhi che sono quelli della contemplazione e dell’intelletto […]

Nella regione senza fondo il re Varuna dal puro intendimento
sostiene ritto il tronco dell’albero;
all’ingiù si protendono i suoi rami,
in alto è la sua radice;
che i suoi raggi scendano su di noi
(Rig Veda, 1: 24.7)

… Che i raggi tendano verso il basso s’accorda col fatto, spesso sottolineato, che i raggi del Sole scendono dall’alto verso il basso […]
In altre parole, i raggi, concepiti come rami di un Albero la cui radice è in alto, si diffondono verso il basso […]

Dal cielo la radice è tesa verso il basso,
sulla terra è distesa;
con essa, dai mille nodi,
tu ci proteggi tutt’intorno
(Atharva Veda, 2: 7.3)

Ha le radici in alto e i rami in basso
questo perenne Asvattha:
quello è il Sole Luminoso, quello è Brahman, quello invero è chiamato l’Immortale.
Su di esso si fondano tutti i mondi
e nessuno può andare al di là.
In verità esso è Quello.
(Katha Upanisad, 6: 1)

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Klimt – L’albero della vita

Il simbolo dell’albero rovesciato è ampiamente diffuso nel folklore. Un indovinello islandese suona: «Hai tu udito, Heidrik, dov’è che cresce quell’albero la cui corona è in terra e le radici salgono in cielo?». Una ballata finnica narra di una quercia che cresce tra i flutti, che ha «in alto le sue radici, in basso la sua corona». I lapponi sacrificavano ogni anno un bue al dio della vegetazione, che veniva rappresentato da un albero sradicato posto sull’altare in modo tale che la sua corona fosse volta verso il basso e le radici verso l’alto. È assai probabile che il simbolo dell’Albero rovesciato sia altrettanto antico quanto quello dell’Albero Diritto […]
Ciò che ci interessa è che il venire all’esistenza dell’uomo presuppone una discesa, e che il ritorno alla fonte dell’essere è una ascesa; in questo senso, l’uomo è, in quanto albero, rovesciato alla nascita e diritto alla morte […]
Prendere coscienza significa aver compreso che questo è un mondo alla rovescia.
(Coomaraswamy, Il grande brivido)